
Bilancio positivo per il nuovo sistema di sostegno alle famiglie sperimentato negli ultimi mesi nel comune, con piccoli pagamenti in cambio di lavori di pubblica utilità. Oltre a forme di sconto sulle tariffe già in voga in molti comuni, la nuova frontiera del ‘baratto amministrativo’ a Santa Maria a Monte si è avvalsa di una nuova modalità che richiede alcune ore di lavoro da parte di soggetti scelti secondo precisi criteri di selezione, che tenessero conto della situazione lavorativa, dei figli a carico e di altri elementi utili ad identificare figure comunque che avessero bisogno di un sotegno, in cambio di piccole somme di denaro da pagarsi tramite voucher.
Una modalità che prevede, per 100 o 60 ore di lavoro, il pagamento di 1.000 o 600 euro e nell’ultimo anno è stato strutturato in tre progetti differenti, con bandi ad hoc, dedicati a piccoli lavori di giardinaggio, al volantinaggio e attività di promozione ed a lavori di pulizia e manutenzione degli edifici. “Siamo dell’idea che nel complesso la scommessa sia vinta – racconta il sindaco Ilaria Parrella – ed abbia nel complesso distribuito qualcosa come 10mila euro circa a soggetti che per la prima volta sono stati scelti con un bando che andava a intervenire laggiù dove effetticamente anche piccole somme di questo tipo potessero dare una mano”. Sono 19 in tutto le persone coinvolte nei tre progetti: 7 che hanno dato una mano ad i lavori di imbiancatura nelle scuole di Montecalvoli e San Donato, 8 che sono state impiegate nella manutenzione di aree verdi e nella ripulitura delle fosse lungo le strade comunali, lavoro che “non venifa fatto da anni” precisa il sindaco e, infine, 4 che si sono impegnate in volantinaggi in occasione della distribuzione di messaggi da parte dell’amministrazione comunale per eventi o simili. “In tutto questo abbiamo anche, implicitamente, fatto passare un messaggio” conclude Parrella. “Abbiamo permesso ad alcune persone di entrare all’interno della macchina comunale e delle sue dinamiche, permettendogli al tempo stesso di prendere coscienza di quella che è una proprietà comune e di tutti: le nostre scuole, i nostri giardini, le nostre strade. Un’esperienza che credo replicheremo”.