
“A gennaio andrò nelle aziende per incontrare i lavoratori”. Lo ha detto questa mattina 23 dicembre il nuovo vescovo di San Miniato don Andrea Migliavacca, in uno dei primi giorni di questa nuova strada, che è già ricchissima di tappe.
Le porte della diocesi aperte ad accogliere, ha promesso fin da subito, ma è meglio avvisare prima: potrebbe essere fuori, a incontrare la gente là dove vive e lavora. Con un’attenzione particolare ai giovani, lui che a 48 anni, è il vescovo più giovane d’Italia: tra le cose da organizzare, c’è qualcosa per la giornata della Gioventù.
E’ curioso e vuole conoscere la sua diocesi e le persone che la popolano il vescovo Andrea Migliavacca, insediatosi da pochi giorni. Per il primo incontro ufficiale con i giornalisti sceglie la strada della semplicità e dell’informalità sottolineando l’importanza della comunicazione. E il suo pensiero va ai lavoratori, ai giovani e alle famiglie. Ma d’altronde non poteva essere diversamente, lui che nella sua cultura porta i semi dell’Azione Cattolica, degli Scout e delle pastorali giovanili, come aveva fatto capire fin da domenica giorno del suo insediamento.
Parlando dei giovani dice: “Ho trovato un bell’ambiente per quello che ho potuto vedere in questi pochi giorni, di sicuro mi piacerebbe in occasione della giornata mondiale della gioventù riuscire ad organizzare qualcosa di significativo. Con i giovani credo che sia importante parlare e viverci oltre quelli che sono i momenti ufficiali”. Ma non si ferma a questo e aggiunge ,la mia casa che è tanto grande è aperta e spero di poterla condividere ospitando via via le persone in particolare i giovani”. Poi il secondo pensiero va al mondo del lavoro e spiega: “A Pavia da dove vengo, con la crisi abbiamo perso tutte le attività industriali. Qui invece mi dicono che c’è ancora un’importante indotto nel settore conciario, alcuni imprenditori mi hanno invitato a visitare la loro azienda in via informale e a gennaio mi piacerebbe andare, soprattutto per parlare con i lavoratori”. Poi parla della famiglie e nel suo augurio di buone feste rivoto alle famiglie e precisa: “Parlo alla famiglie perché rivolgersi a loro significa toccare molti punti della realtà, i giovani, gli anziani, le persone senza lavoro, i separati, a tutti loro vanno i miei auguri per queste festività”. Insomma un approccio molto sociale e di apertura come lo stesso Migliavacca sottolinea senza scordarsi l’importanza del dialogo con tutti, anche con le altre religioni. Un messaggio di grande apertura e di forte disponibilità all’ascolto e al dialogo come emerge anche parlando dei prossimi appuntamenti ufficiali che affronterà “Non ho ancora organizzando un’agenda, ma ho in programma di incontrare i parroci, di fare un giro nella parrocchie e andare a trovare chi mi ha invitato ad esempio, i preti troppo anziani o impossibilitati a muoversi. Poi ci saranno a gennaio i primi appuntamenti più importanti con il consiglio episcopale il capitolo della cattedrale e gli altri organi della diocesi”. Una serie di appuntamenti quindi per conoscere e capire la sua diocesi e le persone che la compongono, visto che lui stesso con ironia sottolinea “aiutatemi a imparare a fare il vescovo, perché non l’ho mai fatto”.
Per adesso Migliavacca ha cominciato a conoscere passo passo la sua nuova “casa”. Il tutto con la naturalezza e la spontaneità di chi è abitato a vivere sul territorio. E’ con questo spirito che domenica sera, terminate le funzioni e le incombenze dell’ingresso episcopale, il vescovo Andrea ha fatto due passi per San Miniato con i suoi seminaristi arrivati da Pavia, fermandosi anche a bere una birra al Decris Pub di fronte al municipio. Lunedì mattina, invece, Migliavacca si è fatto indicare un bar nel centro di San Miniato dove andare a fare colazione.
Sulla questione del convento dei Francescani, che dopo otto secoli di presenza a San Miniato sono in procinto di andarsene il vescovo, Migliavacca dice: “Mi voglio interessare a questione e cercherò di capire cosa si può fare”.
Ma uno dei messaggi più significati di Migliavacca, che ha anche già avuto modo di recarsi con la semplicità di una persona qualunque in giro per San Miniato oltre agli incontri ufficiali, lo esprime parlando di papa Francesco e dice “A me piace dire di essere un vescovo di papa Francesco, alla fine è lui che mi ha ordinato. Il nostro pontefice che alle volte è anche criticato è un papa che vive il suo mandato con profondo spirito evangelico e opera secondo questo messaggio. Questo alle volte fa emergere anche qualche critica, ma credo che vengano proprio dal profondo recupero del messaggio evangelico che sta operando nel suo pontificato, un messaggio che noi dobbiamo cercare, anche se non è sempre facile, recuperare”. E del messaggio di Papa Francesco Migliavacca sicuramente qualche cosa ha già dimostra di aver recuperato a cominciare dal suo ingresso nella diocesi avvenuto dalla periferia nord, da quei paesi, Orentano e Villa Campanile, spesso ritenuti dalla gente del comprensorio lontani e “troppo lucchesi”, ma dai quali lui ha voluto cominciare il suo cammino di avvicinamento a San Miniato nella giornata del suo insediamento, attenzione ai giovani, ai lavoratori, “Alle periferie” si potrebbe dire, sono un altro elemento che lo avvicina al messaggio di papa Bergolgio.
“Sono consapevole che un cammino in questa diocesi è già stato intrapreso – sottoliena il vescovo- ma so che c’è ancora molto da fare come ho capito parlando con il mio predecessore, il vescovo Tardelli che mi ha spiegato la situazione da vari punti di vista”.
Poi alla domanda dei rapporti con le altre istituzioni samminiatesi a cominciare dal comune, alla fondazione Carismi e al dramma Popolare Migliavacca risponde: “Mi hanno spiegato, il sindaco tra i primi il meccanismo virtuoso che si è instaurato, ma non ho ancora avuto modo di vedere e conoscere le persone”. Intanto nei prossimi giorni Migliavacca continuerà il suo giro di visite e funzioni religiose nelle parrocchie della sua diocesi e come lui stesso spiega continuerà a studiare per imparare e conoscere San Miniato i territori della diocesi. (Gab. Mor.)
Di seguito riportiamo integralmente il messaggio di auguri del vescovo Andrea Migliavacca
“Il Natale sia occasione di stupore”
“Il tempo dell’avvento, cammino verso il Natale è stato per me tempo di attesa, di preparazione, di stupore: in questi giorni sono diventato vescovo di San Miniato e poco prima del Natale inizio il mio ministero di pastore nella nostra diocesi.
L’attesa e il cammino vissuti mi hanno svelato la grazia di Dio, la sua benevolenza, il suo riempire tutto e la nostra vita col dono dello Spirito.
Nasce nel cuore gratitudine per quanto ho vissuto il giorno della ordinazione episcopale: nel volto di tutti i presenti e nella preghiera condivisa ho sperimentato la partecipazione e la gioia di tanti, e in me lo stupore di chi accoglie un dono grande, di cui farmi portatore, un dono per la vita degli altri. L’attesa ha fatto maturare un dono che è stato per tutti, per la comunità dei credenti.
Attesa, stupore, gioia sono i colori del Natale che insieme possiamo vivere con questo sguardo: un dono ci viene fatto, tocca il cuore e ci fa portatori di vita per chi ci sta vicino.
E’ questo il mio augurio per tutti voi: Natale quest’anno sia occasione di stupore perché il Signore si fa dono e così ci rende portatori della vita che nasce da Lui, perché tutti vivano”.
“A gennaio andrò nelle aziende per incontrare i lavoratori”. Lo ha detto questa mattina 23 dicembre il nuovo vescovo di San Miniato don Andrea Migliavacca, in uno dei primi giorni di questa nuova strada, che è già ricchissima di tappe.
LE Porte della diocesi aperte ad accogliere, ha promesso fin da subito, ma è meglio avvisare prima: potrebbe essere fuori, a incontrare la gente là dove vive e lavora. Con un’attenzione particolare ai giovani, lui che a 48 anni, è il vescovo più giovane d’Italia: tra le cose da organizzare, c’è qualcosa per la giornata della Gioventù.
E’ curioso e vuole conoscere la sua diocesi e le persone che la popolano il vescovo Andrea Migliavacca, insediatosi da pochi giorni. Per il primo incontro ufficiale con i giornalisti sceglie la strada della semplicità e dell’informalità sottolineando l’importanza della comunicazione. E il suo pensiero va ai lavoratori, ai giovani e alle famiglie. Ma d’altronde non poteva essere diversamente, lui che nella sua cultura porta i semi dell’Azione Cattolica, degli Scout e delle pastorali giovanili, come aveva fatto capire fin da domenica giorno del suo insediamento.
Parlando dei giovani dice: “Ho trovato un bell’ambiente per quello che ho potuto vedere in questi pochi giorni, di sicuro mi piacerebbe in occasione della giornata mondiale della gioventù riuscire ad organizzare qualcosa di significativo. Con i giovani credo che sia importante parlare e viverci oltre quelli che sono i momenti ufficiali”. Ma non si ferma a questo e aggiunge ,la mia casa che è tanto grande è aperta e spero di poterla condividere ospitando via via le persone in particolare i giovani”. Poi il secondo pensiero va al mondo del lavoro e spiega: “A Pavia da dove vengo, con la crisi abbiamo perso tutte le attività industriali. Qui invece mi dicono che c’è ancora un’importante indotto nel settore conciario, alcuni imprenditori mi hanno invitato a visitare la loro azienda in via informale e a gennaio mi piacerebbe andare, soprattutto per parlare con i lavoratori”. Poi parla della famiglie e nel suo augurio di buone feste rivoto alle famiglie e precisa: “Parlo alla famiglie perché rivolgersi a loro significa toccare molti punti della realtà, i giovani, gli anziani, le persone senza lavoro, i separati, a tutti loro vanno i miei auguri per queste festività”. Insomma un approccio molto sociale e di apertura come lo stesso Migliavacca sottolinea senza scordarsi l’importanza del dialogo con tutti, anche con le altre religioni. Un messaggio di grande apertura e di forte disponibilità all’ascolto e al dialogo come emerge anche parlando dei prossimi appuntamenti ufficiali che affronterà “Non ho ancora organizzando un’agenda, ma ho in programma di incontrare i parroci, di fare un giro nella parrocchie e andare a trovare chi mi ha invitato ad esempio, i preti troppo anziani o impossibilitati a muoversi. Poi ci saranno a gennaio i primi appuntamenti più importanti con il consiglio episcopale il capitolo della cattedrale e gli altri organi della diocesi”. Una serie di appuntamenti quindi per conoscere e capire la sua diocesi e le persone che la compongono, visto che lui stesso con ironia sottolinea “aiutatemi a imparare a fare il vescovo, perché non l’ho mai fatto”. Ma uno dei messaggi più significati di Migliavacca, che ha anche già avuto modo di recarsi con la semplicità di una persona qualunque in giro per San Miniato oltre agli incontri ufficiali, lo esprime parlando di papa Francesco e dice “A me piace dire di essere un vescovo di papa Francesco, alla fine è lui che mi ha ordinato. Il nostro pontefice che alle volte è anche criticato è un papa che vive il suo mandato con profondo spirito evangelico e opera secondo questo messaggio. Questo alle volte fa emergere anche qualche critica, ma credo che vengano proprio dal profondo recupero delmessaggio evangelico che sta operando nel suo pontificato, un messaggio che noi dobbiamo cercare, anche se non è sempre facile, recuperare”. E del messaggio di Papa Francesco Migliavacca sicuramente qualche cosa ha già dimostra di aver recuperato a cominciare dal suo ingresso nella diocesi avvenuto dalla periferia nord, da quei paesi, Orentano e Villa Campanile, spesso ritenuti dalla gente del comprensorio lontani e “troppo lucchesi”, ma dai quali lui ha voluto cominciare il suo cammino di avvicinamento a San Miniato nella giornata del suo insediamento, attenzione ai giovani, ai lavoratori, “Alle periferie” si potrebbe dire, sono un altro elemento che lo avvicina al messaggio di papa Bergolgio.
“Sono consapevole che un cammino in questa diocesi è già stato intrapreso – sottoliena il vescovo- ma so che c’è ancora molto da fare come ho capito parlando con il mio predecessore, il vescovo Tardelli che mi ha spiegato la situazione da vari punti di vista”.
Poi alla domanda dei rapporti con le altre istituzioni samminiatesi a cominciare dal comune, alla fondazione Carismi e al dramma Popolare Migliavacca risponde: “Mi hanno spiegato, il sindaco tra i primi il meccanismo virtuoso che si è instaurato, ma non ho ancora avuto modo di vedere e conoscere le persone”. Intanto nei prossimi giorni Migliavacca continuerà il suo giro di visite e funzioni religiose nelle parrocchie della sua diocesi e come lui stesso spiega continuerà a studiare per imparare e conoscere San Miniato i territori della diocesi.
Di seguito riportiamo integralmente il messaggio di auguri del vescovo
“Il Natale sia occasione di stupore”
“Il tempo dell’avvento, cammino verso il Natale è stato per me tempo di attesa, di preparazione, di stupore: in questi giorni sono diventato vescovo di San Miniato e poco prima del Natale inizio il mio ministero di pastore nella nostra diocesi.
L’attesa e il cammino vissuti mi hanno svelato la grazia di Dio, la sua benevolenza, il suo riempire tutto e la nostra vita col dono dello Spirito.
Nasce nel cuore gratitudine per quanto ho vissuto il giorno della ordinazione episcopale: nel volto di tutti i presenti e nella preghiera condivisa ho sperimentato la partecipazione e la gioia di tanti, e in me lo stupore di chi accoglie un dono grande, di cui farmi portatore, un dono per la vita degli altri. L’attesa ha fatto maturare un dono che è stato per tutti, per la comunità dei credenti.
Attesa, stupore, gioia sono i colori del Natale che insieme possiamo vivere con questo sguardo: un dono ci viene fatto, tocca il cuore e ci fa portatori di vita per chi ci sta vicino.
E’ questo il mio augurio per tutti voi: Natale quest’anno sia occasione di stupore perché il Signore si fa dono e così ci rende portatori della vita che nasce da Lui, perché tutti vivano”.