





Sono di nuovo in sciopero i lavoratori del magazzino Conad di Montopoli, nella zona industriale di Fontanelle. Una nuova agitazione dopo quella di una settimana fa (giovedì 10 dicembre), indetta ancora una volta da Fit-Cisl e Uiltrasporti, per protestare contro la società Logistic Service che gestisce la struttura. I dipendenti hanno increciato le braccia per 4 ore questa mattina, dalle 10 alle 14, e lo faranno di nuovo stasera per 4 dalle 18 alle 22.
All’origine della protesta la decisione di cancellare i primi tre giorni di malattia, “contrariammente – dicono i lavoratori – a quanto previsto dal contratto nazionale”. Decisione bocciata dall’assemblea dei lavoratoti ma avallata da una successiva assemblea dei soci che aveva portato, già dal 17 di ottobre, all’apertura dello stato di agitazione indetto da Cisl e Uil. Da allora sindacati e lavoratori attendono di essere convocati per aprire una trattativa: “Nonostante lo sciopero dello scorso giovedì non siamo stati ancora convocati – spiega Leopoldo D’Angelo -. Fino a quando non saremo convocati continueremo a scioperare, sfrutttando a pieno le 40 ore previste dalla legge”.
Il problema, però, sembra andare al di là dei tre giorni di malattina, come dimostrano i tanti racconti dei dipendenti. Racconti che tracciano i contorni di un quadro “fatto anche di minacce e talvolta di ritorsioni – raccontano – soprattutto verso chi che hanno votato contro nell’assemblea dei lavoratori”.
In primo luogo viene contestata ai dipendenti la media di “colli lavorati”, vale a dire di merci caricate e scaricate nell’arco di un’ora, considerata troppo bassa dai responsabili del magazzino. “Contestare la media equivale a lavorare a cottimo”, dice Mohamed Raza, delegato Uil, che ricorda come tutto questo abbia già portato a centinaia di contestazioni disciplinari e spesso anche a sanzioni nei confronti dei lavoratori. “Ad un ragazzo che aveva chiesto il permesso per portare il figlio dal pediatra – racconta Mohamed – gli hanno risposto che prima volevano controllare il suo cellulare”. “I cambi turno non sono permessi – aggiunge Luca Fedele, delegato della Cisl – Io, ad esempio, mi sono beccato delle lettere di richiamo per abbandono del posto di lavoro nonostante faccia sempre 7 ore al giorno, quando il contratto nazionale in realtà prevede una media di 6,67 ore”. “Se invece chiedi le ferie – rincara Federico Chalco – ti dicono di portare il certificato medico e andare in malattia”. Un ragazzo di colore, invece, con una limitazione fisica a 10 chili, racconta di ricevere continuamente le mansioni più pesati.
“Ritorsioni mirate” le definiscono i dipendenti, che in alcuni casi raccontano di aver trovato i propri nomi e congnomi anche all’interno di frasi minatorie scritte sui muri dei bagni. A questo si aggiunge gli altri dipendenti – lavorano per turni di 12 ore e questo crea problema di sicurezza. Queste persone non partecipano allo sciopero perché vivono sotto il ricatto del licenziamento”.
“Di fatto c’è un clima pesante e sta crescendo – spiega Daniele Balestri (delegato Cisl) -. Ci teniamo a precisare, però, che la nostra protesta non è diretta contro Conad, anche se ovviamente chiediamo a Conad di intervenire per favorire l’apertuta di una trattativa”. (g.p.)
(Notizia in aggiornamento)