Dirigente Marconi coi ragazzi: “Basta promesse”

“Quando si fanno promesse è bene le si faccia con cognizione di causa. Ovviamente i ragazzi noi li preferiamo in classe a studiare, ma non nascondo che mi sento a loro vicino nella rassegnazione”. Sono queste la parole con le quali il dirigente scolastico dell’Istituto Marconi commenta i fatti di stamani (leggi qui Studenti del Marconi di San Miniato dal Prefetto per raccontare lo stato delle strutture scolastiche. Ragazzi in corteo a Pisa ), con i ‘suoi’ ragazzi impegnati in una manifestazione con gli studenti medi a Pisa.

Un corteo che ha attraversato le principali strade del centro e ha visto i ragazzi del Marconi impegnati anche in un incontro col prefetto. Al centro delle preoccupazioni di ragazzi, professori e genitori è ancora la situazione dell’istituto, reduce ormai da più di un anno dalla fusione con gli altri istituti Carducci e Falchi ma ancora in piena emergenza spazi. “E’ troppo tempo che aspettiamo – continua il dirigente –. Ed è venuto il momento delle risposte concrete. Io sono qui in questo istituto da 25 anni, 9 dei quali passati come preside e 8, ormai, a San Miniato basso. Leggo che la provincia assicura lavori ultimati entro gennaio e me ne compiaccio, ma lo dico francamente: due aule non risolvono minimamente i nostri problemi. Se davvero vogliamo che la scuola cresca ancora, mantenendosi come punto di forza e di eccellenza nel territorio, è venuto il momento di dare a questo istituto una prospettiva. Ora: non nel 2040. Se dobbiamo tornare su a San Miniato, si trovi in fretta una soluzione, se invece dobbiamo restare giù all’interporto, si inserisca allora la scuola in un ampio piano di prospettiva, una visione da attuare che riguardi tutto il territorio che occupiamo attualmente. Questo stallo non è più sopportabile e i ragazzi se ne rendono conto: a loro mancano aule, manca un’aula magna (quella che c’era è stata divisa in due per far posto a nuove classi, ndr), mancano spazi per i libri, lo studio, le attività. Si smetta di fare promesse che poi finiscono per dilazionarsi negli anni”. (ndm)