





Più di 1.800 utenti, ai quali le 10 cuoche del comune di San Miniato servono 1.400 pasti al giorno. Sono alcuni dei numeri del servizio mensa che San Miniato offre ogni giorno ai bambini delle scuole, con partenza dal centro cottura di Ponte a Egola, sulla piazza Guido Rossa. Il servizio è in gestione diretta al Comune, che ha scelto da tempo di utilizzare prodotti biologici e a filiera corta, tipicità toscane e selezionate secondo la filosofia del Km 0. Il tutto per ben 24 fra scuole, strutture pubbliche e private e servizi extrascolastici.
Questo e molto di più fa parte del progetto ‘La qualità nel piatto’, nato nel 2010 con l’idea di interpretare il servizio di ristorazione come contesto nel quale si promuove il benessere e la salute attraverso l’assunzione di stili alimentari adeguati. “Anche la corretta alimentazione è parte integrante dell’educazione dei bambini, questo è indubbio – spiega la dirigente comunale del servizio Gloria Tognetti. – Uno strenuo lavoro che ogni giorno è portato avanti dalle cuoche e cuochi di questa struttura, con un’attenzione che non viene mai meno sia sulla differenziazione dell’offerta, per venire incontri ai bambini ed alle loro famiglie, sia ovviamente alla salute di chi è in crescita e necessita quindi di un’alimentazione equilibrata”. Monitoraggio sul lavoro e sulle periodiche variazioni che viene fatto più volte all’anno tramite una commissione ad hoc presieduta anche da un medico nutrizionista, e oltre una volta al mese all’interno dello staff della cucina. Un lavoro che, tra le prime volte in regione, ha ricevuto recentemente anche l’ambita certificazione di standard ISO22000; non un obbligo, lo specifichiamo, ma una vetta fra gli operatori in campo alimentare. “Un’ulteriore riprova della grande professionalità dei nostri cuochi, che lavorano in una struttura moderna e pulita qui a Ponte a Egola – dice il sindaco Vittorio Gabbanini. – Investimento questo che San Miniato ha voluto fortemente, in un momento in cui molti comuni preferiscono appaltare un servizio del genere, ritenuto costoso specie se fatto con questi criteri di qualità, nei quali noi crediamo”. Sempre su questo indirizzo ritroviamo anche altre iniziative parallele alle scelte della mensa: percorsi educativi nelle scuole pensati per sensibilizzare le famiglie, progetti come quello della frutta a colazione, pensata come alternativa alle merendine confezionate, laboratori di cucina portati avanti con le famiglie e azioni volte alla riduzione dello spreco e dello scarto alimentare. Con un occhio anche alle specificità, ma anche ovviamente alle necessità dei singoli bambini. Molta importanza viene infatti data alle diete ‘speciali’ da servire a parte del corpo scolastico. In tutto circa 90. “Il rispetto della diversità può essere anche un’occasione per differenziare ulteriormente il menù – spiega sempre Tognetti – e in certi casi possono essere utili alla filosofia da noi applicata da tempo volta a privilegiare i piatti unici”. Ci sono infatti molte intolleranze a cui stare attenti, e che vengono monitorate attraverso autocertificazione delle famiglie. Ma ci sono anche diete che rispondono a necessità di carattere religioso (la carne di maiale, ad esempio, nel caso di bambini e ragazzi provenienti da famiglie di fede musulmana e non solo) e, se vogliamo, culturale (vegani e vegetariani). “Differenziazione che cerca di venire incontro alle necessità delle famiglie, ma che a partire da queste ultime cerca anche di veicolare, tramite i bambini, una serie di buone pratiche nella popolazione – racconta l’assessora alla scuola e vicesindaca Chiara Rossi. “Una cura che ci viene riconosciuta quotidianamente, e ci vede impegnati continuamente in appuntamenti di testimonianza del nostro modello, come, di recente, alla Giornata della Consapevolezza Alimentare a Volterra”.
Nilo Di Modica