Marconi, studenti in piazza per la carenza di aule e il degrado

Sono pronti a tornare in piazza gli studenti del liceo Marconi di San Donato. Esattamente come un anno fa e ovviamente per gli stessi motivi, tutt’ora irrisolti. Dalla carenza di aule alla mancanza di spazi comuni, fino ad arrivare ai problemi di degrado che circondano l’interporto intorno alla scuola.
La manifestazione è stata fissata per lunedì 30 novembre nel centro di Pisa. Insieme ai ragazzi del liceo sanminiatese, stavolta, ci saranno anche tre scuole pisane che hanno condiviso la ragioni della protesta dei “colleghi” valdarnesi, insieme alla “Rete degli studenti medi” che riunisce i rappresentanti d’istituto delle scuole superiori della provincia. La manifestazione sarà preceduta da due giorni di preparazione: le ultime 3 ore di venerdì 27 e l’intera mattinata di sabato 28 che serviranno per preparare cori, cartelli e striscioni. “A differenza dello scorso anno, quando organizzammo un sit-in di fronte alla sede della provincia, stavolta stiamo preparando un corteo che attraverserà il centro storico di Pisa”, spiega il rappresentante d’istituto Emiliano Mattii.
Al primo punto, come lo scorso anno, c’è innanzitutto la mancanza di spazi, con la carenza di aule che dall’estate 2014 attanaglia i locali del Marconi, soprattutto da quando la scuola ha concentrato nella sede dell’interporto anche i ragazzi del liceo delle scienze umane di Montopoli. Da allora il liceo vive senza aula magna, sacrificata per ricavare due “mini-aule” che hanno cancellato l’unico spazio dove tenere riunioni, assemblee e iniziative. L’organizzazione delle lezioni, invece, “sopravvive” grazie al sistema della rotazione, sfruttando le aule lasciate libere di volta in volta dai ragazzi impegnati al Fontevivo nelle ore di educazione fisica e utilizzando i laboratori: “Praticamente – spiega Emiliano – i laboratori sono utilizzati come normali aule dove ospitare le lezioni di qualunque materia. Senza dimenticare i problema della palestra, promessa anni fa e mai realizzata”. Da ricordare, inoltre, le due aule in più promesse un anno fa e ancora non realizzate, nonostante il locale preso in locazione del comune di San Miniato e messo a disposizione della provincia. “Rispetto all’anno scorso, inoltre – prosegue Emiliano – si è ulteriormente aggravato il problema degli insegnanti di sostegno. Protesteremo poi anche contro la riforma della “Buona scuola” per il troppo potere ai presidi”.
Infine c’è il grande problema del degrado, in mezzo ad un interporto mai decollato che oggi si caratterizza per gli scheletri di cemento e il senso di abbondano che accompagna i tanti fallimenti. “Rispetto allo scorso anno, quanto meno, sono state allontanate dalla scuola le bombole di gas del vicino distributore – spiega Matii –, ma per il resto la situazione è rimasta la stessa, con uno scheletro di cemento proprio a due passi dalla scuola ancora invaso da erbacce, acqua stagnante e insetti di ogni tipo”. Ce n’è abbastanza, insomma, per tornare in piazza e provare ancora una volta a svegliare privati e istituzioni, ricordando a tutti (specie a chi quell’immobile decise di acquistarlo) che quello, forse, non era il posto più adatto dove mettere una scuola. “Siamo convinti – conclude Emiliano – che la manifestazione sia più che giusta”.
Giacomo Pelfer