Il comune rinegozia i mutui: è la seconda volta in 6 mesi

19 novembre 2015 | 10:54
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Il comune rinegozia i mutui: è la seconda volta in 6 mesi

Nuova rinegoziazione dei mutui per il comune di Castelfranco. A distanza di appena sei mesi dall’ultima operazione del genere, che aveva riguardato in tutto una quarantina di mutui spostati al 2044, l’amministrazione ha approvato nell’ultimo consiglio comunale la nuova contrattazione per altri debiti di varia natura, in scadenza fra il 2024 e 2027, portati adesso al 2035.
A giustificazione dell’operazione, da parte della maggioranza, vi è la possibilità di abbassare il tasso d’interesse e abbassare per gli anni avvenira il peso sulla liquidità delle casse comunali (circa 100mila euro annui che si vedranno sbloccare dall’operazione). “E’ un opportunità per sbloccare una serie di risorse economiche, da investire in modo diverso all’interno del territorio, e per questo l’ho portato avanti con convinzione – dice il sindaco, Gabriele Toti – Soldi che verranno destinati alle attività di manutenzione e a diversi interventi, come la riparazione delle strade. Misure che in tempi di crisi aiutano anche a far ripartire l’economia”. Come ogni rinegoziazione che si rispetti però c’è anche un prezzo da pagare: il debito si prolunga nel tempo, ma cresce. E si parla di ben 523mila euro. Una cosa questa segnalata in consiglio comunale dal Movimento 5 Stelle. “Dopo appena sei mesi si ripresentano con una nuova rinegoziazione, sappiamo bene quando accade – dice il consigliere pentastellato Luca Trassinelli. “Avviene quando si è con l’acqua alla gola e non si riesce a far fronte alle necessità quotidiane. Ce la fanno passara come una cosa buona, un’opportunità, ma guarda caso nessuno dei comuni limitrofi alla chiamata dell’Anci ha risposto positivamente: né Santa Croce, né Montopooli, né San Miniato, Pontedera, Fucecchio, o Livorno. Tutto questo poi andrà a pesare sulle spalle dei nostri figli: sei mesi fa si è dilazionato un debito accettando di pagare in tutto un milione e 200mila euro in più, oggi si fa la stessa cosa ed il prezzo è di oltre 500mila euro. Perché? I nostri conti sono in emergenza? Ce lo dicano.”
Nilo Di Modica