
I sei lavoratori del centro tori de La Serra attendono con il fiato sospeso. Il giorno decisivo per conoscere le sorti della struttura è fissato per la mattinata di questo mercoledì, 11 novembre, quando la dirigenza della Inseme renderà noto ai delegati Uil la propria posizione sul futuro del centro e soprattutto su quello dei sei lavoratori.
Questa mattina, infatti, si è riunito il Cda del consorzio di allevatori Inseme, con sedi fra l’Emilia Romagna e la Lombardia, proprio per decidere la posizione da assumere in vista dell’incontro di mercoledì. Al momento non trapelano indiscrezioni, anche se difficilmente sarà messa in discussione la scelta di chiudere definitivamente la struttura nel comune di San Miniato, che solo pochi anni fa contava oltre 30 dipendenti. Il nodo centrale della discussione, quindi, riguarda soprattutto la possibilità di ricollocare i 6 lavoratori, pensando in particolare ai 4 operai agricoli che hanno vissuto da sempre nelle abitazioni di proprietà del consorzio e che ora, di colpo, rischiano di ritrovarsi senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e perfino senza un tetto sopra la testa.
Intanto i tori restano al loro posto, nonostante l’azienda avesse comunicato di volerli trasferire nelle stalle del nord già dallo scorso martedì. Un’ipotesi scongiurata grazie al presidio dei lavoratori e al buon senso stesso dell’azienda che, ad oggi, appare tutt’altro che intenzionata a cercare forzature.
A gestire la vertenza sono i delegati della Uila-Uil che adesso attendono l’incontro di mercoledì. Estromessa, invece, la Flai-Cgil, la cui linea di condotta non sarebbe piaciuta ai lavoratori. «Il nostro primo obiettivo rimane il mantenimento dei tori a La Serra – spiega Federico Mambrini della Uil – In caso contrario, la richiesta è quella di ricollocare tutti e 6 i lavoratori». (g.p.)