
Il termine era stato fissato per oggi 3 novembre, quando gli uomini della Inseme avrebbero dovuto cominciare a spostare i tori per trasferirli nelle altre sedi dell’azienda, ma non si è visto nessuno e anche per questa sera i bovini dormiranno nel Centro della Serra.
Una scelta che ha lasciato tutti un po’ perplessi, visto che addirittura la stessa amministrazione comunale questa mattina si era recata in prefettura anche per scongiurare un intervento della forze dell’ordine qualora qualcuno avesse provato a forzare il picchettaggio che va avanti ormai da settimane, giorno e notte, davanti alle stalle della Serra di San Miniato. La linea dei sindacati, in particolare della Uila Uil, rimane dura: “O si salvano i posti di lavoro o andiamo avanti nella protesta e non siamo disposi a cedere di un centimetro. Bisogna mantenere, anche attraverso trasferimenti, i livelli occupazionali – dice Federico Mambrini -. Noi siamo disposti a smobilitare il presidio anche domani stesso, se ci sono le garanzie di recuperare i posti di lavoro per tutti i dipendenti del centro Tori della Serra, altrimenti siamo pronti a opporci al trasferimento degli animali con i mezzi leciti e sappiamo che possiamo contare sull’appoggio delle istituzioni locali, della comunità della Serra dell’associazioni di volontariato per impedire il trasferimento dei tori e quindi la definitiva chiusura del Centro”.
Una presa di posizione netta, da parte della rappresentanza sindacale: in questo caso sono presenti i delegati della Uila Uil e della Flai Cgil. Prossima scadenza, se non ci saranno atti di forza da parte della Inseme per prelevare gli animali, sarà il consiglio di amministrazione dell’azienda fissato per il prossimo 9 novembre, quando la Inseme deciderà sulla possibile ricollocazione del personale della 5 unità lavorative e in particolare degli addetti alle stalle, che dal primo gennaio 2016 perderebbero anche la possibilità di alloggiare nelle case attigue alla struttura, proprio loro infatti rischiano di trovarsi in un solo passaggio senza casa, senza lavoro e senza ammortizzatori sociali non previsti dal contratto agricolo. Questo metterebbe i lavoratori in una condizione di estrema difficoltà, tanto che sono già stati attivati anche i servizi sociali del comune per un’eventuale presa in carico per risolvere nell’immediato l’emergenza abitativa.
Nel presidio intato i lavoratori stanno continuando ad accudire i tori con la diligenza e l’attenzione sempre prestata e come previsto dal rapporto di lavoro stipulato con la Inseme, vigilando con l’accortezza del buon padre di famiglia sugli animali e sulle loro condizioni di salute come sottolienato anche dai sindacati in più occasioni all’azienda.
Insomma, una situazione che rischia di diventare un braccio di ferro e che ora sembra essere diventata un problema di tutta la comunità della Serra contro la decisione di licenziare gli addetti. Resta da vedere cosa accadrà tra oggi e il 9 novembre, per capire se ci sia ancora un margine di manovra per salvare i posti di lavoro. Intanto anche questa notte il presidio e la lotto sindacale dei lavoratori continuano.
Serena Di Paola
Gabriele Mori