
“Per quanto finora rilevato, la provenienza della maleodoranza è risultata ascrivibile all’impianto Cuoiodepur di San Romano”. È con queste parole che i tecnici di Arpat individuano nel depuratore la fonte dei cattivi odori avvertiti venerdì.
Un problema che aveva interessato l’intera frazione di San Romano e non solo, con segnalazioni anche a Montopoli e a Ponte a Egola, dove numerosi cittadini avevano avvertito un forte odore simile al metano, tanto da far temere una possibile fuga di gas. Il dipartimento Arpat di Pisa ripercorre passo passo tutti i controlli effettuati venerdì durante le mattina e nel corso del primo pomeriggio, seguiti da nuove verifiche anche questa mattina (martedì 27 ottobre) al termine delle quali i tecnici sembrano avere pochi dubbi sull’origine delle maleodoranze, anche se per i vertici di Cuoiopedur non esistono riscontri tecnici a conferma di questa conclusione.
“Dai primi sopralluoghi condotti – scrive Arpat – è emerso che l’odore si avvertiva più intensamente nella zona del sottopasso che, da via Gramsci porta verso via Arginale Ovest. Le maleodoranze interessavano, prevalentemente, la zona delimitata tra via delle Porte, via Gramsci e la statale 67. Successivamente, il sopralluogo è stato esteso anche nella zona di Montopoli, poiché nel frattempo le maleodoranze erano state avvertite in prossimità della sede del comune; i tecnici Arpat, però, non hanno rilevato la presenza di odori anomali”.
Una maleodoranza, fa sapere Arpat, che ricordava un episodio analogo già registrato giovedì 8 ottobre. “In relazione ai due eventi, quello trascorso e quello del 23 ottobre- racconta Arpat – anche i rappresentanti del consorzio Cuoiodepur hanno riferito di avere effettivamente constatato la sull’impianto di un odore agliaceo/sulfureo. La conferma è venuta anche dai sopralluoghi condotti fuori dal perimetro del depuratore Cuoiodepur, al mattino e nel primo pomeriggio dello stesso giorno, dove è stato possibile rilevare la presenza di odori significativi con sentore agliaceo/sulfureo perfettamente coincidenti con quelli rilevati in altre zone, oggetto dei sopralluoghi sopra descritti”.
Un ulteriore perlustrazione, inoltre, è stata condotta anche nella zona industriale di Romaiano, a Ponte a Egola, “dove, tuttavia – si legge nella nota – non è stato rilevato alcun tipo di odore”. Alla fine della giornata, continuando a ricedere segnalazioni dai cittadini, “Arpat ha ritenuto opportuno sollecitare formalmente l’impianto Cuoiodepur a a mettere in atto azioni in emergenza temporanee finalizzate ad una possibile riduzione delle maleodoranze”. Da qui la conclusione: “Con la finalità di chiarire la dinamica dell’evento, saranno effettuati ulteriori accertamenti, ma per quanto finora rilevato dai tecnici Arpat – si legge -, la provenienza della maleodoranza è risultata ascrivibile all’impianto Cuoiodepur di San Romano-San Miniato”.
Si dice contrariato, tuttavia, il presidente di Cuoiodepur Michele Matteoli: “Proprio stamani i miei tecnici mi hanno inviato una relazione nella quale si conferma che non ci sono elementi per ascrivere al nostro impianto un odore del genere. Dispiace, soprattutto per i tanti investimenti fatti per migliorare la situazione rispetto ai problemi che c’erano stati in passato. Putroppo veniamo tirati in ballo perché in quella zona ci siamo solo noi, ma credo che alla fine si faccia solo del male ad un settore che stavolta non c’entra niente”. (g.p.)