La stalla chiuderà, in quattro senza sussidi e senza casa

27 ottobre 2015 | 18:58
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La stalla chiuderà, in quattro senza sussidi e senza casa

I margini di trattativa sono prossimi allo zero. Già il prossimo martedì, la Inseme arriverà a La Serra per caricare i circa cento tori del Ciz (il Consorzio di incremento zootecnico) e trasferirli nelle proprie sedi in Emilia e in Lombardia. E a quel punto sarà l’inizio della fine, in vista della chiusura definitiva della struttura prevista allo scadere del 2015. Sei i dipendenti che si ritroveranno senza lavoro, di cui quattro senza alcun tipo di ammortizzatore sociale e addirittura costretti anche ad abbandonare gli appartamenti di proprietà dell’azienda dove vivono da anni. Unica speranza: provare a ricollocare i lavoratori nelle sedi del nord. Per la stalla de La Serra, però, la chiusura è ormai praticamente certa.

È un quadro senza grandi speranze quello uscita dall’incontro di questo pomeriggio tra i rappresentanti della Inseme e i delegati sindacali Uila-Uil e Flai-Cgil. L’azienda ha ribadito la volontà di chiudere la struttura ubicata nel comune di San Miniato, motivando la scelta alla luce di una riorganizzazione dettata anche dalla crescente crisi che sta interessando l’intero comparto dell’allevamento italiano. Una riorganizzazione partita già alcuni anni fa con una graduale riduzione di personale, in parte trasferito a Modena (solo nel 2011 si contavano ancora 30 addetti a La Serra), con l’obiettivo di spostare il grosso della produzione nelle sedi del nord Italia dove ancora resiste il settore dell’allevamento. La graduale crisi del comparto, soprattutto quello legato al mercato del latte, aggravatosi negli ultimi anni, sembra aver dato il definitivo colpo di grazia alla struttura sanminiatese.
“L’unica cosa che abbiamo potuto fare – spiega Federico Mambrini, delegato Uila – è stato chiedere ai rappresentanti dell’azienda di provare a ricollocare i dipendenti”. La preoccupazione è legata soprattutto ai quattro operai agricoli, per i quali non è previsto alcun tipo di sussidio o ammortizzatore sociale. “Non solo – aggiunge Vincenzo Parrella della Flai-Cgil -: vivendo in appartamenti di proprietà dell’azienda, i quattro lavoratori rischiano di trovarsi anche senza casa. Una situazione di emergenza sociale che vogliamo assolutamente evitare”. Diverso il quadro degli altri due dipendenti amministrativi: per uno di loro saranno attivate le procedure per la disoccupazione, mentre per l’altro, ormai prossimo alla pensione, sarà avviato il percorso di accompagnamento verso il trattamento previdenziale.
“Sul ricollocamento dei quattro operai – riprende Mambrini – l’azienda ha spiegato che affronterà la questione in un cda del 9 novembre. Il problema, però, è che già la prossima settimana, il 3 di novembre, la Inseme intende trasferire tutti i tori attualmente a La Serra. E senza tori il rischio è di perdere ogni potere contrattuale. Su questo ci siamo presi un paio di giorni per riflettere, ma ormai è certo che l’attività non resterà su questo territorio”.

Giacomo Pelfer