Questione isolotto: “Serve un incontro pubblico”

21 ottobre 2015 | 17:19
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Questione isolotto: “Serve un incontro pubblico”
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Questione isolotto: “Serve un incontro pubblico”
Questione isolotto: “Serve un incontro pubblico”
Questione isolotto: “Serve un incontro pubblico”

“È arrivato il momento di informare e di essere informati”. È l’appello che il santacrocese Enzo Oliveri lancia in merito al problema del cosiddetto isolotto in mezzo all’Arno. Una situazione che preoccupa, unita al problema mai così evidente della vegetazione che cresce rigogliosa e indisturbata lungo le sponde del fiume.

Un problema che divide, tra chi considera l’isolotto e la vegetazione come un potenziale ostacolo al deflusso delle acque e chi, al contrario, sostiene che l’attuale situazione (per quanto indecorosa) non sia comunque rilevante ai fini della sicurezza idraulica. Da qui l’appello di Oliveri, che chiede di organizzare anche a Santa Croce un incontro pubblico sull’argomento, così come è stato fatto poche settimane fa dai cittadini di San Donato riuniti all’interno della consulta.
“La maggioranza e la minoranza del comune di Santa Croce dov’erano 20 giorni fa? – afferma Oliveri – Ognuno dice la sua senza che i cittadini siano davvero informati sul reale pericolo che potrebbe causare la folta vegetazione sull’isolotto insieme a quella sotto il ponte. Ma perché, invece di battibeccare l’uno contro l’altro, non si adoperano per convocare al più presto una riunione aperta a tutti i cittadini, con la presenza di tutti i tecnici e delle parti interessate alla pulizia del fiume come è stato fatto dalla consulta a San Donato?”. E aggiunge: “A quel punto i cittadini, oltre ad ascoltare i tecnici responsabili (dalla regione alla provincia, dal comune al consorzio di bonifica fino all’autorità di bacino), potrebbero porre loro delle domande per conoscere il vero rischio che corriamo in caso di forti piogge e innalzamento del livello dell’Arno. E’ così che si fa: informare i cittadini fornendo precise risposte alle loro preoccupazioni, anche per capire una volta per tutte a chi spetta la manutenzione dell’Arno, ogni quanto deve essere effettuata, chi gestisce i soldi per questa manutenzione ed eventualmente chi potrebbero essere i responsabili nel caso succeda qualcosa. Un modo anche per evitare il classico scarica barile a cui troppo spesso siamo abituati in casi analoghi. E’ arrivato il momento dell’informazione non dei battibecchi”.