Oltre 8mila euro per le aule al Marconi, ma la Provincia non fa i lavori

Fino a dopo Natale, delle aule nuove al liceo Marconi non se ne parla. I problemi di sovraffollamento sono destinati a perdurare. Almeno fino a quando la provincia non eseguirà i lavori per attrezzare le nuove aule, da ricavare in un locale preso in affitto dal Comune di San Miniato.
Gli antefatti
Una situazione, quella del sovraffollamento, divenuta insostenibile già con l’inizio dell’anno scolastico 2014-2015, quando la decisione di trasferire all’interporto, già sede dello scientifico, anche l’indirizzo di scienze umane fino ad allora ospitato a Montopoli, ha inevitabilmente ristretto gli spazi a disposizione. Il tutto senza dimenticare l’incremento di iscritti, che nell’anno in corso hanno raggiunto quota 640 studenti. Un problema annunciato, insomma, per il quale la Provincia, già nell’estate 2014, aveva deciso di prendere in locazione due nuovi locali dove ospitare 5 aule e i servizi igienici. Per ragioni mai chiarite, tuttavia, uno dei due proprietari decise ad un certo punto d’interrompere la trattativa con la Provincia, sfilandosi dall’accordo e costringendo l’ente ad accontentarsi di un solo locale dove sono state realizzate solo 3 delle 5 aule inizialmente previste.
L’intervento del comune
Da qui l’intervento dell’amministrazione comunale di San Miniato che quest’estate, riavviando i contatti con il proprietario, è riuscita a prendere in affitto, a proprie spese, il locale mancante, girandolo in comodato d’uso alla Provincia pochi giorni fa. Il tutto per un importo annuo, a spese del comune, di 8500 euro (700 euro al mese). Il problema, tuttavia, è che prima di utilizzare quegli spazi occorre realizzare della pareti di cartongesso e altri piccoli lavori di adeguamento per ricavare le aule. Roba da pochi giorni, ma dalla Provincia, al momento, sembra che niente si sia ancora mosso. Una questione che era già stata sollevata alcuni giorni fa dallo stesso sindaco Gabbanini (che è anche il vicepresidente della provincia di Pisa, ndr) e dal vicesindaco con delega all’istruzione Chiara Rossi, ma ad oggi niente è cambiato.
L’appello di Francesco Lupi
A sollevare di nuovo il caso, adesso, è il segretario del Partito democratico di San Miniato Francesco Lupi che esordisce dicendo: “Fattivamente la scuola è entrata in possesso di quegli spazi lo scorso 9 ottobre, anche se la disponibilità dell’immobile era stata acquisita nel mese di agosto. Ora mancano solo i lavori della provincia che però non ha fatto sapere niente e siamo in attesa che queste tre aule diventino reali”. “Probabilmente – dice – i lavori partiranno durante le vacanze di Natale, ma questo mi meraviglia, visto che il luogo dove devono intervenire gli operai non interferisce con gli spazi scolastici attualmente attivi. Chiediamo adesso alla provincia di Pisa di attivarsi nei confronti delle strutture tecniche e dirigenziali, affinché i lavori di adeguamento partano immediatamente senza attendere la fine dell’anno, così da dare attuazione agli impegni presi e risolvere una situazione che si trascina da fin troppo tempo”.
Una scuola “bloccata”
Anche perché, aggiungiamo noi, il comune sta spendendo soldi pubblici che ora rischiano di essere buttati nel cestino. Senza considerare le criticità di seguire le lezioni in contesti non idonei e magari sovraffollati. “Nella scuola ormai si respira un clima di respira un clima di rassegnazione”, afferma il dirigente scolastico Sandro Scvapellato, il quale, tuttavia, precise che la aule realizzabili nel nuovo locale sarebbero due e non tre: “Fino ad oggi, negli incontri con la provincia – spiega – si è sempre parlato di due aule in più. Non credo, sinceramente, che ci sia spazio a sufficienza per ricavarne due”.
Ad oggi il liceo Marconi, diviso fra gli indirizzi di scientifico, scienze applicate e scienze umane, conta in tutto 640 studenti divisi in 28 classi, contro una dotazione attuale di 25 aule. “Ormai ci siamo abituati a fare la rotazione – spiega Scapellato – Ogni giorno, almeno due classi occupano le aule lasciate libere dai ragazzi impegnati a Fontevivo durante le ore di educazione fisica, mentre una terza classe utilizza i laboratori di scienze o di lingua”. Più che la ristrettezza degli spazi, però, il vero problema sembra essere la mancaza di locali per qualunque attività extracurricolari: la carenza di locali, infatti, aveva già spinto lo scorso anno a sacrificare l’aula magna (sudddivisa in due mini-aule) e a trasferire la stessa presidenza togliendo un po’ di metri quadri alla segreteria. “Praticamente – dice Scapellato – siamo bloccati: non abbiamo una stanza riunioni, né un locale dove ospitare un incontro o un’iniziativa. Alla rotazione, ormai, ci siamo abituati. Il vero problema è che oltre alle aule manca tutto il resto. E questo si ripercuote anche sulle potenzialità di crescita della scuola, perché i genitori per prima cosa vogliono sapere se abbiamo spazi a sufficienza per i propri figli”. Nelle intenzioni della scuola, quindi, l’idea sarebbe quella di utilizzare coma sala riunioni uno delle nuove aule che la provincia deve costruire, lasciando l’altra alla didattica.
Il nodo del polo scolastico.
Una situazione, tuttavia, alla quale occorrerà trovare una soluzione definitiva. Da la richiesta di spostare il liceo da San Donato a San Miniato come sottolinea Lupi, visto che il comune si è anche già dotato di uno spazio dove realizzare una nuova scuola. È il progetto del polo scolastico in via Catena, dove si vorrebbero concentrare tutti gli istituti superiori di San Miniato, ricostruendo il liceo nell’area dell’attuale parcheggio Lanfranco Benvenuti.
“La soluzione di trasferire il liceo scientifico da San Miniato a San Donato – continua Lupi – fu presa dall’allora amministrazione provinciale nel 2008, a poche settimane dall’avvio dell’anno scolastico, in risposta ad una situazione di emergenza, stanti i problemi di stabilità riscontrati e certificati nel vecchio immobile di via Catena. L’amministrazione comunale seppe collaborare prontamente nell’individuare una collocazione alternativa di assoluta dignità e di dimostrata funzionalità, che ha comunque garantito in questi anni continuità alle attività didattiche dell’istituto, che anzi ha visto incrementare costantemente i propri iscritti. E’ chiaro però che quella dell’interporto non può che essere una sistemazione temporanea, seppur di non breve durata. Quella di riportare il liceo scientifico a San Miniato è una volontà politica espressa e mai messa in discussione dal Pd e dalle sue rappresentanze di governo a livello zonale, così come a quello provinciale. Il comune di San Miniato ha fatto in questi anni quello che gli competeva: ha prodotto uno studio di fattibilità e adeguato le previsioni e gli strumenti urbanistici individuando nella zona del parcheggio Lanfranco Benvenuti, sempre in via Catena, la sede più idonea per il trasferimento del liceo. E’ arrivato adesso – spiega i segretario del partito democratico San Miniatese – il momento di dimostrare coi fatti di voler tener fede agli impegni presi: occorre andare avanti sul progetto e sulla richiesta di finanziamenti, facendosi trovare pronti a cogliere quelle opportunità e risorse che sull’edilizia scolastica il Governo intende mettere a disposizione”.
E probabilmente Lupi pensa a finanziamenti europei che la provincia dovrebbe fare in modo e in maniera di accaparrarsi. Peraltro la situazione in cui versa l’edilizia scolastica a San Miniato non interessa solamente il Liceo Marconi, ma anche l’Itc Cattaneo: sempre nell’ottica di una ulteriore disponibilità di spazi urge sistemare il primo piano dell’ex istituto Carducci, mentre, occorre anche risolvere il problema delle palestre e delle relative e ingenti spese di trasporto. La realizzazione del nuovo polo scolastico a San Miniato darebbe risposta anche a queste problematiche. Ci aspettiamo risposte e segnali concreti – conclude Lupi nella sua veste di segretario comunale del Pd – da parte dell’amministrazione provinciale e anche da parte della politica, compreso il nostro partito, e per questo motivo chiederemo di convocare a breve su questi temi un tavolo di confronto con gli amministratori locali, quelli provinciali e i nostri rappresentanti eletti in regione, così come con le articolazioni del partito a livello locale e provinciale”.
Gabriele Mori
Giacomo Pelfer