
Queste unioni civili s’hanno da fare, e a Castelfranco trovano concorde quasi tutto il consiglio.
Passa infatti la mozione presentata dal Partito Democratico che intruduce nel comune, primo nel Comprensorio, un registro atto ad assicurare alle coppie unite civilmente “l’accesso ai procedimenti, benefici e opportunità amministrative di varia natura, alle medesime condizioni riconosciute alle coppie sposate e assimilate”, ovviamente senza distinzione fra le coppie, purchè siano legate da legame affettivo. Firma su un registro in comune che si farà di fonte ad ufficiale, previa approvazione di un regolamento che è da scrivere, e per la cui stesura oggi si da mandato all’amministrazione. “Una mozione che si incardina in un percorso già battuto da altre amministrazioni e che da per scontato il fatto che esista, a differenza di quanto possa pensare, un inquadramento normativo coerente con questo progresso – ha detto il capogruppo di maggioranza in consiglio Giorgio Moretti. La mozione ha trovato anche l’accordo del Movimento 5 Stelle, che su questo argomento negli ultimi tempi ha portato la questione in altri consessi, come a Santa Croce, dove ai primi di ottobre è stata votato anche da Pd e Sel un documento di Luca Mazzantini (M5S) rimandata nelle commissioni per un integrazione con documenti elaborati in precedenza dalla maggioranza. Significativo nel caso di ieri, sul fronte della mediazione politica, l’emendamento proposto dal Movimento castelfranchese, che chiedeva in sostanza di essere coinvolto in fase di stesura del regolamento, cosa poi non concessa. Fra le altre richieste dei grillini il fatto che venissero cancellati riferimenti aspliciti alla proposta di legge Cirinnà in materia di coppie di fatto, oggi al vaglio del Parlamento Italiano. Richiesta accolta.
“Il Movimento non è contrario alla legge oggi al vaglio a Roma – dice oggi la capogruppo dei pentastellati in consiglio – ma preferiamo tenere separato il lato puramente amminiastrativo, a cui facciamo esplicito riferimento con questo atto votato in consiglio, con tutto quello che comporta, e la legge specifica sulle coppie di fatto, che potrebbe anche mutare o addirittura snaturarsi da qui all’approvazione. Ci dispiace solo che il regolamento arriverà in commissione già scritto dalla maggioranza. Sarebbe stato proficuo essere tutti partecipi”. E’ bene sottolineare che la disciplina approvata, naturalmente, avrà esclusivamente rilevanza amministrativa e pertanto non interferirà in alcun modo con la vigente normativa in materia di anagrafe e di stato civile, con il diritto di famiglia e con ogni altra normativa di tipo civilistico. Un atto simbolico quindi, ma che alla fine ha visto votare concordi Pd e Movimento, oltre al consigliere Giosafat Scaduto di “Castelfranco sopra a tutto”. Posizione non condivisa invece dalla collega di lista e capogruppo Aurora Rossi, che sulla scorta di un’allarme in questi ultimi mesi lanciato anche nel comprensorio da vari movimenti d’ispirazione cattolica, facendo inoltre riferimento alla proposta di legge, vede in questa mozione un primo passo verso l’approvazione di un vero e proprio matrimonio omosessuale ma soprattutto delle adozioni alle coppie non eterosessuali, oltre che una conferma del farsi avanti della cosiddetta “teoria gender”. “Le unioni civili altro non sono che primo passo. Un’evoluzione che rimanda a questa legge oggi in discussione al parlamento italiano: praticamente un matrimonio gay camuffato, sotto falso nome. Con incentivazione di pratiche come l’utero in affitto – l’ha definito la consigliera. – Una legge che condizionerà profondamente il nostro futuro e porterà ad una società che francamente non mi piace. “Con tutta la tenerezza che posso provare per persone gay – ha continuato. – non capisco perché vogliano sposarsi. Decisioni come queste sono contro la dignità stessa della donna, sminuita da una pratica di adozione alla quale andiamo incontro che non la riconoscerà. Coppie in cui non si parla nemmeno di “madre” e “padri”, ma di “genitore uno” e “genitore due”. Una voglia di supremazia dei gay che non capisco, e che si sta insinuando anche nelle nostre scuole”.
Parole alle quali hanno voluto rispondere in molti, a cominciare dal capogruppo Moretti e, per finire, lo stesso sindaco Gabriele Toti. “Alcuni dei fondamenti del nostro stato di diritto hanno una storia di secoli. Uno dei nostri punti di forza è stato proprio quello di essere stati aperti alle altre culture a partire da nostri principi, saldi. Di fronte ai grandi sconvolgimenti di oggi noi dobbiamo decidere: vogliamo fare davvero a gara a chi, su questo diritto, è più reazionario? Vogliamo tornare indietro, incoerenti con la nostra storia?”.
“Nessuno qui metterà mai in dubbio il fatto che ci sia la necessità di politiche di sostegno alla famiglia, oggi al centro di capovolgimenti inediti – ha dichiarato il sindaco Toti. – Assolutamente sbagliata è l’idea che affrontare un tema del genere debba avere a che fare con la negazione di necessità che oggi sono assolutamente e indubbiamente sentite nel nostro paese”.
Nilo Di Modica