Si torna a parlare di cave nel consiglio comunale di San Miniato. Più precisamente della cava Bucciano, l’unica prevista dal piano estrattivo della Provincia all’interno del territorio samminiatese, nonché l’unica che ancora continua a tormentare i sonni di abitanti e operatori turistici della valle del Chiecina.
La questione aveva riempito le cronache locali tra 2012 e 2014, quando il “caso cave” era esploso a cavallo tra il Valdarno e la Valdera: quattro i siti estrattivi di sabbia e ghiaia previsti dalla provincia nella valle del Chiecina, tre sulla sponda di Palaia e uno su quella di San Miniato. Tuttavia, mentre le cave di Palaia sembrano ormai un rischio superato, dopo la studio condotto dall’università di Pisa che ha dimostrato la vocazione tartufigena della valle, i timori sono legati ormai alla sola cava samminiatese, quella di Bucciano, che ha conosciuto negli anni una storia a sé. Inizialmente, infatti, la Provincia aveva stralciato il sito sulla base di un’osservazione presentata dal comune di San Miniato che faceva leva proprio sulla presenza del pregiato tartufo. Tale osservazione, però, fu bollata come “irragionevole” dai giudici del Tar che nel 2013 accolsero il ricorso presentato dal proprietario del terreno. Da allora di quella cava non si parla più, ma il rischio possa tornare valida per il futuro sembra tutt’altro che scongiurato.
E il risultato, è che la sola prospettiva di una potenziale cava sembra diventata un freno a mano tirato contro lo sviluppo della valle. La paure di trovarsi accanto un sito estrattivo, infatti, sta tenendo congelate trattative di compravendita e progetti di ristrutturazione edilizia, anche a destinazione ricettiva. A pochi passi dal sito di Bucciano, del resto, si trova anche un nuovo agriturismo da 25 posti letto ormai prossimo a partire.
Per questo il movimento Cinque Stelle di San Miniato, che pochi giorni fa aveva organizzato per il terzo anno una camminata di protesta tra le bellezze delle valle del Chiecina, ha deciso presentare un’interrogazione al sindaco che arriverà in discussione nel consiglio comunale di oggi pomeriggio.
Nel documento, si stima una presenza turistica nella valle del Chiecina di “almeno 8mila presenze annue”. A questo si aggiungono poi “l’importanza paesaggistica, naturale e storica dell’area – si legge nell’interrogazione – la sua innegabile vocazione tartufigena e la presenza di preziose acque di falda che nel 1984 impedirono la realizzazione di una discarica di rifiuti pericoli”. Per chiesto i Cinque Stelle chiedono al sindaco Gabbanini di spiegare perché l’amministrazione non ha presentato appello contro la sentenza del Tar: “Perché il Comune non è intervenuto nel processo – chiede l’interrogazione –. In quale data l’amministrazione è venuta a conoscenza della causa pendente dinanzi al Tar e se fu informata dalla Provincia”.
Giacomo Pelfer