Santa Croce verso il registro unioni civili

1 ottobre 2015 | 09:09
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Santa Croce verso il registro unioni civili

Santa Croce sarà probabilmente il secondo Comune del comprensorio, dopo Fucecchio, a dotarsi di un registro delle unioni civili, rivolto a tutte le coppie composte da persone maggiorenni di sesso diverso o dello stesso sesso. La bozza, già elaborata dall’ufficio anagrafe, sarà passata al vaglio delle commissioni e degli organi competenti, con l’obiettivo di arrivare all’approvazione definitiva nel giro di pochi mesi.

È quanto dichiarato dalla giunta nel consiglio comunale di ieri sera, mercoledì 30 settembre, dove arrivava in discussione una mozione presentata da Luca Mazzantini del movimento Cinque Stelle, che chiede appunto l’istituzione anche a Santa Croce, sull’esempio di molti altri Comuni toscani, di un registro delle unioni civili aperto alle cosiddette coppie di fatto. Un segnale, per quanto simbolico, in attesa di una concreta legislazione nazionale in materia.
La mozione è stata votata anche dalla maggioranza (Pd e Sel) con l’aggiunta di una postilla nella quale si precisa che l’amministrazione aveva già avvito l’iter per l’istituzione del registro. “Era un impegno del programma elettorale – ricorda il vicesindaco Elisa Bertelli – e avevamo già dato mandato agli uffici di lavoraci. Una bozza di regolamento esiste già, adesso dovrà essere valutata dalle commissioni competenti per poi arrivare all’approvazione. La nostra idea era quella di portare il registro in consiglio comunale senza bisogno di una mozione. Contiamo di chiudere l’iter nel giro di alcuni mesi”. Una volta istituito, il registro sarà ovviamente facoltativo: chi lo vorrà, potrà chiedere d’iscrivere all’anagrafe la propria unione civile, sia che si tratti di un legame tra persone di sesso diverso sia dello stesso sesso.
Contraria, invece, la posizione del gruppo “Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli”: “Siamo d’accordo – dice Marco Rusconi – sul fatto che la fluidità della società moderna abbia dato vita a situazioni dalle mille sfaccettature, che richiedono una normalizzazione legislativa e giuridica, ma non accettiamo che queste tematiche vengano utilizzate come un cavallo di Troia per arrivare ben più lontano, vale a dire all’equiparazione di due tipologie diverse di matrimonio, o di unione, per arrivare in futuro alla proposta delle adozioni alle coppie gay. Ribadiamo quindi la nostra totale contrarietà all’equiparazione della famiglia tradizionale ad altre forme di convivenza tra cittadini”. “Questa mozione – aggiunge il consigliere – era un chiaro slogan di apertura per il riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, come si evince dalle sentenze e ordinanze riportate. Il registro che si chiede di istituire rischia di essere uno strumento inutile senza che vi sia una legge in tal senso”.

Giacomo Pelfer