Quanto costa una scarpa in pelle in termini ambientali? È la domanda alla quale cerca di rispondere il seminario sulla cosiddetta impronta ambientale dei prodotti ospitato ieri (mercoledì 30 settembre) a Santa Croce, nella sede dell’Associazione conciatori (leggi anche Impronta ecologica dei prodotti in pelle, seminario ).
Un seminario inserito in un progetto internazionale, denominato Prefer, promosso dalla Commissione europea e coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna, che punta ad analizzare lo specifico impatto ambientale di particolari prodotti e servizi. Otto, in tutto, i prodotti scelti per lo studio, uno per ciascuno degli otto distretti industriali presi in esame. Per il distretto conciario toscano, il prodotto scelto è appunto la scarpa da uomo in pelle, in cui è compresa l’intera filiera del distretto, dalla concia dei pellami alla fase di assemblaggio e alla produzione di altri componenti. A livello locale, infatti, il progetto coinvolge 22 concerie, 5 terzisti del settore conciario, 5 consorzi per il trattamento di rifiuti e sottoprodotti, 2 calzaturifici e 2 terzisti calzaturieri.
Avviato nel 2013 e destinato a concludersi nel dicembre 2016, con un investimento di 1,5 milioni di euro da parte della Commissione europea, il progetto Prefer ha messo a confronto, nella sede dell’Assoconciatori, numerosi operatori della filiera-pelle insieme a rappresentanti della comunità scientifica, tra cui Fabio Iraldo, insieme a Tiberio Daddi e Benedetta Nucci dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Tra gli strumenti più innovativi per la misurazione dell’impatto ambientale c’è la metodologia Pef – Product Environmental Footprint che nell’ambito del Prefer mira ad analizzare l’intero ciclo di vita delle varie tipologie di prodotto prese in esame.
“L’impegno di questo distretto conciario per contenere l’impatto ambientale – dice il presidente di Assoconciatori Franco Donati – è una realtà che passa per gli sforzi che i nostri conciatori fanno ogni giorno per garantire il rispetto di standard che difficilmente vengono replicati in altre realtà industriali. Sforzi che, va sottolineato, non sempre sono conosciuti nemmeno dagli addetti ai lavori, come dimostra il fatto che numerosi clienti che vengono nel distretto conciario toscano da tutto il mondo restano sbalorditi dalla nostra capacità di garantire insieme a pelli di qualità un sistema industriale in cui ambiente e impresa convivono in una sinergia virtuosa che non riscontrano altrove”.