Pieroni e Capecchi con i migranti di Montopoli – Foto

26 settembre 2015 | 11:14
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Pieroni e Capecchi con i migranti di Montopoli – Foto
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Pieroni e Capecchi con i migranti di Montopoli – Foto
Pieroni e Capecchi con i migranti di Montopoli – Foto
Pieroni e Capecchi con i migranti di Montopoli – Foto

Per il Pd toscano, l’accoglienza diffusa e in piccoli gruppi è La cosa giusta. Per ribadirlo, oggi tutti e 24 i consiglieri regionali Pd eletti in Toscana stanno visitando centri d’accoglienza e ascoltando storie di rifugiati, di chi è scappato dalla guerra e in Europa vuole una vita diversa. Il consigliere Andrea Pieroni, accompagnato dal sindaco Giovanni Capecchi, oggi 26 settembre è a Montopoli, suo comune di nascita e quello in cui ha mosso i primi passi da amministratore.

Il convento dei frati minori di San Romano, attravero la gestione della cooperativa sociale La Pietra d’angolo, ospita attualmente 25 migranti provenienti da vari paesi dell’Africa occidentale. L’iniziativa lanciata dal gruppo consiliare Pd della Regione Toscana è nata con lo scopo di raccontare le forme di integrazione e di lavoro volontario in Toscana, attraverso la storia di persone che, costrette a fuggire da fame e guerre, sono state accolte in strutture di volontariato e cooperazione sociale.

È il caso ad esempio di Romaine, 33 anni, originaria della Costa d’Avorio, arrivata sulle coste italiane nell’agosto del 2014. “Dopo i primi servizi di accoglienza – racconta Pieroni – ha iniziato a seguire i corsi di italiano e di orientamento presenti sul territorio. Non potendo lavorare in quanto richiedente asilo politico, ha chiesto di poter partecipare alle attività di volontariato seguite dalla cooperativa”. Oggi, insieme ad altre ragazze ospitate nel convento, è impegnata ogni giorno nella lavanderia Acquachiara di Capanne, una struttura solidale gestita dalla cooperativa Lo Spigolo. Inserita in un progetto di orientamento, Romaine ha deciso di restare in Italia per costruirsi una nuova vita. È solo una, tuttavia, delle tante storie che si incontrano tra le mura del convento. Storie come quella di Sampa, 22 anni, senegalese, che pochi giorni fa ha superato l’esame di italiano e adesso si prepara ad intraprendere il percorso di scuola media a Ponte a Egola.

“Un paese civile e maturo non può non aprire le porte a chi bussa fuggendo da situazioni di guerra e di terrore. Ce lo impongono i principi di solidarietà internazionale oltreché l’articolo 10 della Costituzione Italiana. In Toscana abbiamo tradotto tutto ciò secondo il principio di un’accoglienza diffusa, più a dimensione umana perché abbiamo di fronte persone, non numeri, che meritano di essere conosciute ed ascoltate, persone che, nel tempo che stanno con noi, vogliono rendersi utili e collaborare ai bisogni delle comunità che le ospitano. In questo le istituzioni non sono sole perché possono contare sulla straordinaria offerta del mondo dell’associazionismo e del volontariato. I fenomeni migratori a cui stiamo assistendo sono un fatto epocale e di lungo periodo, per cui è necessario adottare politiche strutturali e lungimiranti. Inoltre è fondamentale tornare a lavorare sul versante della Cooperazione Internazionale per curare condizioni di vero sviluppo – economico e civile – nei paesi di provenienza”.