
Il primo incontro c’è stato oggi 22 settembre. E’ stata Aurora del Rosso a portare l’arte a scuola e all’Istituto Checchi di Fucecchio ha portato il suo studio sull’affresco della Vergine Maria Ferruccia, nella chiesa della Ferruzza.
Lo studio ha permesso di attribuire l’opera a Filippino Lippi (leggi anche Ferruzza, l’attribuzione in 77 documenti. E un libro ), approfondendo i rapporti stretti tra Lorenzo il Magnifico e Fucecchio. All’incontro hanno partecipato anche la preside Daniela Mancini, il presidente della Fondazione Montanelli Bassi Alberto Malvolti e l’editore Aldemaro Toni dell’Edizioni dell’Erba. Gli studenti, ai quali il sindaco Alessio Spinelli ha inviato una lettera di apprezzamento per l’iniziativa, hanno fatto interessanti osservazioni sulla lettura dell’affresco. L’attenzione si è concentrata sull’importanza dell’affresco nel panorama artistico di Firenze nel 1473, sul ruolo di Lorenzo dei Medici a Fucecchio, sull’importanza strategica del paese nel ‘400 e sui documenti dell’Archivio Storico. Nel 1473 operavano a Firenze i grandi pittori del Rinascimento: Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Andrea del Verrocchio, Antonio e Piero Pollaiolo, Domenico Ghirlandaio, per citarne alcuni. L’affresco è un’opera datata con sicurezza e la prima datata di Filippino Lippi, dunque un punto di riferimento per gli studiosi. Occorrerà aspettare gli affreschi della cappella Brancacci per poterla confrontare con un’altra opera sicura. Si tratta di una Sacra Conversazione, cioè di una Madonna in trono col bambino affiancata da due santi:San Giovanni Battista, riconoscibile per l’abbigliamento con la pelle di cammello che sporge dal mantello e per il cartiglio con la scritta “ECCE AGNUS DEI” dal volto rustico per le sofferenze nel deserto e Sant’Antonio la cui presenza è dovuta probabilmente ad Antonio Ferrucci che, imponente con la lunga barba bianca e i baffi attorcigliati, volge lo sguardo verso i fedeli. La Madonna, affettuosa ed altera, dall’abito trasparente ed elegante, solleva il bambino con le mani delicate e dalle dita sottili . La fisionomia del bambino dai grandi occhi chiari e dal naso all’insù rivela lo studio dal vero a cui si applicavano i pittori dell’età laurenziana. L’affresco nello strato inferiore ha perduto il colore originale, conservando solo il disegno dovuto all’incisione del cartone, così come una parziale perdita del colore si è verificata nello strato di mezzo. In alto, dove il volto della Madonna incorniciato da una veletta bianca si staglia su un fondo ocra, il colore è perfettamente conservato. Nel 1472, entrato in possesso delle proprietà fucecchiesi che erano appartenute allo zio Giovanni, Lorenzo gode di una momentanea impopolarità dovuta alla sua indicazione non gradita da una parte del consiglio nell’elezione del cancelliere e al divieto di caccia nelle sue proprietà in padule. Si verificano episodi incresciosi, come il danneggiamento delle sue insegne sulla piazza del paese, allora piazza Maggiore (oggi piazza Vittorio Veneto) finché Lorenzo non risponde con un capolavoro politico: una lettera, inviata agli uomini del comune con la proposta di liberare dalla prigione gli uomini detenuti per non aver pagato gli affitti dei terreni delle cerbaie, poiché il fornaciaio Francesco Scalogno si dichiara disposto a farsi carico dei loro debiti e a compensare il comune con mattoni,mezzane e calcina, mentre i debitori lavoreranno per la fornace. In questo modo il comune potrà riparare le mura e iniziare una serie di opere pubbliche. Così avviene e si ha un periodo di rinascita all’interno del quale si inserisce la costruzione della fonte nuova, promossa dal podestà fedelissimo di Lorenzo, Antonio Ferruccio (in volgare), fonte che da lui prenderà il nome come la Vergine Maria che viene dipinta nel tabernacolo davanti la fonte nuova. La scelta del pittore, Filippino Lippi, è dovuta con ogni evidenza al rapporto stretto che legava la famiglia Medici ai Lippi. Fucecchio, situata su una collina, circondata da mura, era fin dai tempi della costruzione della rocca fiorentina (1323) un baluardo nei confronti delle città rivali, Pisa e Lucca. Costituiva inoltre una importante riserva di legname grazie alle Cerbaie, riforniva la città di Firenze di pesca, grazie al Padule, e di cacciagione (cinghiali, caprioli, uccelli acquatici).