
Una delegazione di 100 persone organizzata dal Movimento Shalom sarà a Milano. Martedì 15 settembre, parteciperà a Expo nella piazza del Future Food District alle 18 per raccontare i risultati del progetto Terra Equa. Ci saranno monsignor Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole e presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, Abuna Ibrahim Faltas, ofm, presidente per il Medio Oriente della Fondazione Giovanni Paolo II, don Andrea Cristiani, fondatore Movimento Shalom, Jean Paul Monè, responsabile Movimento Shalom Burkina Faso e Maura Latini, direttore generale Coop Italia.
Al termine dell’incontro è prevista una degustazione dei prodotti di Terra Equa: i fagiolini e il miglio del Burkina Faso che garantiscono migliori condizioni di vita a più di mille persone in uno dei Paesi più poveri del mondo, i datteri Medjoul che da Gerico che sono arrivati sulle tavole degli italiani e hanno permesso la costruzione a Betlemme della prima clinica di chirurgia pediatrica, i meloni senegalesi che, poco lontano da Dakar, hanno dato vita a un presidio medico. Terra Equa è un progetto pilota di Coop nato per valorizzare le eccellenze agricole di Paesi in difficoltà e per dare un contributo al loro sviluppo. Fu inaugurato con i fagiolini del Burkina realizzati grazie al Movimento Shalom che ha ricostruito la filiera e organizzato i contadini. Quest’anno, infatti, il Burkina ha esportato in controstagione 150 tonnellate di fagiolini, coltivati in 25 ettari da 800 persone, circa 125 famiglie. Coop e Shalom stanno portando avanti un analogo progetto per l’esportazione del miglio e nei prossimi mesi sarà messo in vendita il miglio decorticato e il cous cous di miglio a marchio Terra equa nei punti vendita di tutta Italia dando così continuità ai progetti di sviluppo avviati e lavoro ad altre centinaia di contadini africani. A partire dal 2010 sono stati commercializzati i datteri di Betlemme e i Meloni di Dakar grazia al supporto della Fondazione Giovanni Paolo II, segno che il modello inaugurato è replicabile ed è uno strumento per dare lavoro dignità alle persone nei loro paesi di origine. “Riuscire a creare occasioni vere di lavoro, sostenibili, là nei Paesi più poveri dell’Africa – ha dichiarato don Andrea Cristiani fondatore di Shalom – ci sembra il metodo più adeguato per fermare l’emigrazione di massa. Quando c’è un’emorragia non ci si limita a raccogliere il sangue per terra, ma si cerca di andare direttamente alla causa per porre gli adeguati rimedi. E’ quello che come Shalom facciamo da oltre 40 anni. Questa dovrebbe essere la sfida che l’Italia e la comunità internazionale dovrebbe raccogliere”.