
“Apprezziamo lo sforzo del sindaco e della sua giunta nel redigere un simile regolamento, tra i primissimi comuni se non addirittura il primo nella provincia di Pisa. Così come apprezzabile resta per noi la redazione di un calendario annuale delle attività temporanee di somministrazione e il coinvolgimento delle associazioni di categoria su un tema così vitale per i pubblici esercizi del territorio, che vale la bellezza di oltre 100 milioni di euro solo in Toscana”. Ma è poco più di questo che piace a ConfcommercioPisa del nuovo regolamento sulle sagre introdotto dal comune di Castelfranco (leggi anche Sagre, a Castelfranco arriva il regolamento per il 2016 ).
L’associazione di categoria apprezza il metodo, ma senza condividere i contenuti. “Il regolamento presentato – secondo il direttore Federico Pieragnoli – non costituisce un argine davvero efficace alla concorrenza sleale e parallela di sagre, feste paesane e di partito nei confronti di ristoranti e pubblici esercizi locali. Intanto perché per le sagre tradizionali decade il principio da noi proposto in fase di concertazione, ovvero la necessità di subordinare l’attività di somministrazione parallela a iniziative complementari di carattere culturale, sociale, storico, promozionale. Poi, per l’ottenimento della denominazione di sagra tradizionale è sufficiente possedere soltanto uno tra questi due requisiti, ovvero la valorizzazione dei prodotti tipici da un lato o l’approvvigionamento a filiera corta dei prodotti del territorio dall’altro. Inoltre, anche la necessità di stilare un rendiconto economico al termine della manifestazione, come da noi espressamente richiesto, è diventato in ultima lettura un semplice requisito accessorio e non più obbligatorio. Anche a noi piace molto lo slogan meno giorni di sagre e più qualità, ma così com’è il regolamento rappresenta un argine troppo debole alla concorrenza sleale”.