Sagre, dal 2016 si cambia. Il comune di Castelfranco si è dotato di un regolamento, una delle primissime esperienze di questo tipo presenti in zona che puntano a valorizzare il territorio nel suo complesso.
Il regolamento è stato presentato dopo circa un anno di concertazione tra categorie economiche e realtà associative dal sindaco Gabriele Toti e dall’assessore alle attività produttive Giulio Nardinelli. “Questo regolamento nasce con vari scopi – spiega il sindaco Toti – dalla promozione del territorio in termini qualitativi, alla calendarizzazione per evitare sovrapposizione di eventi, alla creazione di percorsi di trasparenza, anche in quelle che sono le attività senza scopo di lucro. Non ultimo regolamentare ciò che può essere fatto e ciò che non può essere fatto, prima di arrivare e definire il regolamento c’è stata una concertazione con le associazioni di categoria e con le associazioni, tenendo conto delle esigenze di tutti. Questo strumento ovviamente norma l’attività degli enti o comunque dei soggetti senza scopo di lucro e delle attività commerciali in caso di eventi e attività particolari. Abbiamo anche definito e limitato il numero massimo si giornate delle sagre per le varie realtà del territorio che saranno 50 giornate per il capoluogo, Castelfranco di sotto, 50 per Orentano e 30 per Villa Campanile. Le manifestazioni non potranno ripetersi per più di 7 giorni consecutivi. Ovviamente il regolamento riguarda la preparazione e somministrazione di alimento con particolare attenzione a iniziative virtuose o comunque fatte nella massima trasparenza”. E in effetti nella calendarizzazione è stato previsto che siano in qualche modo avvantaggiati tutte quelle iniziative che rispondo ad alcuni parametri, la promozione del territorio e quindi dei prodotti tipici e di filiera corta, le buone pratiche a cominciare dalla raccolta differenziata dei rifiuti prodotti durante gli eventi, alla trasparenza nella gestione delle risorse economiche. “Spesso le realtà senza scopo di lucro e il mondo del volontariato, si sostengono anche con iniziative come queste – spiega Toti – per tanto abbiamo chiesto che i bilanci dell’associazioni per entrare nel calendario, debbano essere depositati in comunque. Proprio per avere una garanzia di trasparenza nei confronti della collettività e degli altri operatori che fanno ristorazione. Evitando così danni al territorio e all’economia. Inoltre i soggetti che decidono di organizzare eventi come le sagre devono dire cosa intendono fare con il ricavato”. Un regolamento che non solo cerca di fare chiarezza in quello che rischiava fino ad ora di essere un sotto bosco in cui potenzialmente non si sapeva che fine facevano i soldi ricavati, ma anche con cui si cerca di promuovere il collegamento tra le varie realtà del territorio. Insomma un nuovo modo di organizzare gli eventi che l’assessore alle attività produttive Giulio Nardinelli ha definito una rivoluzione copernicana. “In questo modo vogliamo superare il vecchio stereotipo che chi va a mangiare alla sagra non va al ristorante o in pizzeria. L’obiettivo – continua Nardinelli – è quello di creare un circuito virtuoso che funzioni anche da promozione del territori e che magari permetta a chi è arrivato nel nostro comune per partecipare a una sagra poi di ritornare anche in altri momenti, inoltre a vantaggio degli operatori economici c’è da dire che abbiamo limitato e ridotto su base annuale i giorni in cui è possibile fare eventi con la somministrazione di bevande e cibo. In altre parole – continua Nardinelli – si va a mettere un tetto al numero massimo della sagre tenendo conto anche delle esigenze delle associazioni di categoria e si permette a tutti di continuare a operare. Un’operazione che non punta alla quantità ,ma alla qualità di ciò che si fa per il territorio Inoltre si è riusciti a far coesistere due interessi contrapposti. Da un alto le attività commerciali, dall’altro le necessità di autofinanziarsi per chi fa attività sociale”.