L’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi interviene sulla questione degli abbattimenti degli ungulati problema che negli ultimi giorni è stato affrontato anche dal sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti che ha chiesto abbattimenti selettivi per limitare i danni alle colture.
“Intervenire subito – dice l’assessore regionale in sintesi -, senza attendere altri danni, altri incidenti”. Poi precisa: “No ad iniziative clamorose o incentivi a deregulation o a facili guadagni per persone con pochi scrupoli. Infine una proposta: destinare gli animali abbattuti a iniziative di solidarietà”. Infine Remaschi garantisce la volontà di arrivare in tempi brevi a una legge regionale per frenare un fenomeno diventato incontrollabile.
“Numeri ed evidenze – spiega Remaschi – ci dicono non solo che i le quantità sono enormi ma che il disequilibrio dei nostri ecosistemi, senza alcuna azione correttiva, è destinato ad aumentare. Con gli attuali strumenti normativi non possiamo opporci. Chi lavora in campagna e non mi riferisco soltanto a chi ha un’impresa agricola ma anche ai singoli coltivatori, sta provando sulla propria pelle gli effetti di questo disequilibrio. Non vogliamo dare il via a iniziative clamorose ma vogliamo che venga fatta un’attività seria, regolamentata, limitata nel tempo. Attraverso una legge che preveda verifiche periodiche per monitorare attentamente i risultati”.
Remaschi inoltre rinnova la propria solidarietà e dice: “A chi sta affrontando un periodo caratterizzato da un rilevante disagio economico e vede messi in pericolo i propri guadagni per la perdita del raccolto. E mi riferisco non soltanto alla grande impresa ma anche a tanti singoli, a famiglie, che dalla propria attività ricavano una piccola integrazione al proprio reddito. Solidarietà anche a coloro che vedono messa in pericolo la propria sicurezza al volante di un’automobile”. Negli scorsi giorni in provincia di Pisa un 40enne ha perso la vita dopo essersi scontrato con un grosso cinghiale. Remaschi conclude rilanciando una proposta che in altre regioni italiane ha avuto concreta applicazione: “Una quota dei capi degli animali in esubero – spiega – potrebbe essere impiegata utilmente per iniziative di solidarietà, destinando la carne alle mense della Caritas o al Banco Alimentare. Sarebbe un ulteriore segnale da parte della Regione nei confronti di tante famiglie in difficoltà, che andrebbe a sommarsi a interventi e misure già in atto a favore di chi si trova in una situazione di disagio”.