Regolamento urbanistico, Diocesi pensa al Tar e Gabbanini stempera

14 agosto 2015 | 18:50
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Regolamento urbanistico, Diocesi pensa al Tar e Gabbanini stempera

A minare l’effettiva attuabilità del regolamento urbanistico, varato dal consiglio comunale di San Miniato pochi giorni fa, sembrano non esserci solo il progetto del Penny Market a San Donato e dell’area artigianale di Basilea a San Miniato Basso, che rimangono soggette alle valutazioni dell’autorità di bacino.

C’è anche la questione delle proprietà della diocesi, per lo più di piazza del Seminario e della piazza del Duomo, luoghi su cui si stanno addensando le nubi di una possibile guerra legale proprio tra la componente ecclesiastica, proprietaria di questi spazi e il Comune. Le osservazioni presentate dai prelati a vario titolo, dai vertici del seminario, dalle figure apicali della curia e della parrocchia infatti sono state accolte solo in minima parte e ora con l’approvazione del regolamento urbanistico, così come disegnato dall’amministrazione Gabbanini, rischiano di stravolgere quello che è il pieno godimento dei proprietari di questi spazi che sono stati classificati come aree ad uso pubblico. La questione è semplice: la piazza della Chiesa e la piazza del Seminario ora saranno nella piena disponibilità del Comune che per l’utilizzo potrebbe vantare una libertà d’azione anche rispetto al legittimo proprietario. Una posizione che potrebbe non essere accettata dai proprietari, viste anche le numerose osservazioni presentate e in gran parte respinte. L’organo dirimente in caso di un eventuale ricorso sarà il Tar, il tribunale amministrativo della Toscana. Un ricorso in prima battuta potrebbe far scattare anche una possibile sospensiva, almeno di parte del regolamento urbanistico che rischierebbe di andare a minare la programmazione urbanistica nel centro storico almeno in questo zona. Una notizia, questa, trapelata più dagli ambienti legali che non da quelli ecclesiastici, tanto che dall’arcivescovato sulla questione nessuno vuole parlare né smentire e tutti si limitato ad un secco “no comment”. Certo è che non avrebbe molto senso, da parte degli organi ecclesiastici, dopo avere presentato varie osservazioni, alcune depositate addirittura dall’ex arcivescovo di San Miniato Fausto Tardelli e dal vicario generale Morello Morelli, soggiacere ad un atto che priva i legittimi proprietari del pieno godimento dei beni ecclesiastici e che anzi lascia “mano libera” al Comune. Proprio qui infatti sembra impiantarsi l’intera questione. L’utilizzo degli spazi antistanti i palazzi religiosi che fino ad oggi sono sempre stati a disposizione della collettività è regolato da un accordo riassunto in un capitolato steso oltre venti anni fa. Nel documento si stabilirebbe infatti la disponibilità pubblica di questi spazi ma allo stesso tempo si riserva in via teorica al seminario la possibilità di pronunciarsi contro alcuni utilizzi dello spazio antistante il seminario, ritenuti poco consoni. Un’ipotesi teorica che non si è mai verificata e che in realtà rappresenta solo una formalità e una sorta di controllo che però la diocesi potrebbe non voler perdere con l’entrata in vigore del nuovo regolamento urbanistico e che potrebbe finire nella peggiore dei ipotesi in un ricorso al tribunale amministrativo. Al momento sembrerebbe che i legali abbiano già avuto un’indicazione e che presto possano depositare un ricorso.
Sulla questione, il sindaco Vittorio Gabbanini si è detto assai stupito, rimarcando la sua posizione e spiegandola meglio: “Il punto non è la proprietà della piazza del seminario o della piazza del duomo, la questione è che sono un patrimonio della collettività. Nessuno intende privare seminario o diocesi delle sue proprietà per passarle al Comune, ma il principio che informa la classificazione come spazi pubblici è che questi spazi sono un patrimonio di tutta la collettività e devono rimanere tali, insomma un modo per preservare la fruizione pubblica a tutti i cittadini di San Miniato di questi luoghi. Sulle osservazioni presentate dagli esponenti delle istituzioni ecclesiastiche, poi, non ho ben presentente la situazione nei dettagli, ma sono sicuro che se c’è stato qualche fraintendimento c’è possibilità di risolvere. C’è anche da tenere conto che nel regolamento potrebbero esserci anche dei piccoli errori che ora risolveremo e comunque invito i vertici della diocesi a venire in comune per un chiarimento se qualche cosa non va nel regolamento urbanistico, sono certo che si risolverà tutto”.
Il consiglio approva, ma rimane la questione idraulica per Penny market e zona artigianale
Il regolamento urbanistico comunque, è stato approvato dal consiglio comunale nella sua complessità così come uscito dai lavori della commissione e se un’opposizione c’è stata, questa è stata fatta dagli organi di garanzia ovvero dal genio civile e dall’autorità di bacino. Al di là della vicende di piazza Duomo o di piazza del Seminario, infatti, i due punti cruciali su cui il consiglio comunale è intervenuto introducendo un nuovo elemento sono l’insediamento del Penny Market nella zona di San Donato, tra la bretella del Cuoio e la ferrovia, in uno dei capannoni mai ultimati e l’area artigianale di Basilea a San Miniato Basso. Qui infatti l’intervento del genio civile ha determinato una sorta di limitazione, ovvero il genio civile ha in qualche modo sottoposto l’approvazione al parere dell’autorità di bacino vista la fragilità idraulica del territorio. Le nuove edificazioni o comunque i nuovi insediamenti infatti saranno varati solo se l’autorità di bacino abbasserà il rischio idraulico delle due zone in funzione della nuove infrastrutture che sono state realizzate al bacino di Roffia. In altre parole, così come previsto dal regolamento urbanistico il nuovo ipermercato e le attività nella zona di Basilea non potranno insediarsi, vista la fragilità idraulica del territorio, almeno che l’autorità di bacino del fiume Arno non reputi zone sicure le due in questione alla luce degli interventi di messa in sicurezza fatti dalla Regione sul Bacino di Roffia. Una nuova classificazione idraulica della zona che se verrà deliberata dall’autorità di bacino potrebbe arrivare prima della fine del 2015 , spianando la strada ai nuovi insediamenti. (gab.mor.)