Torna venerdì (14 agosto) a Santa Maria a Monte la luminara dedicata alla Madonna, un appuntamento che risale addirittura al 1391. Ancora oggi, ovviamente con i necessari distinguo, la celebrazione prende linfa dalla tradizione passata. Anche quest’anno il percorso è scandito con circa 7mila lumini che, invece di essere portati dagli uomini come accadeva nel Medioevo, sono deposti in bicchierini di vetro liscio ed appesi in appositi telai lignei, dipinti di bianco e strutturati in modo tale da esaltare e tratteggiare le sagome e i profili architettonici degli edifici, attraverso scritte di preghiera o semplicemente disegni geometrici che vanno a sottolineare le finestre, quasi a ricordare la più nota Luminara di San Ranieri di Pisa. Questa particolare quinta scenica che deriva da quei tempi passati, in chiave moderna è messa in scena grazie al lavoro del comitato Fiera dell’Assunta, composto da volontari che ogni anno, rinnovando la suggestione della luminara, addobbano instancabilmente il paese per dare una degna cornice ad una festa religiosa che assume da sempre anche una valenza civile.
A Santa Maria a Monte il nome della Madonna è associato alla presenza di una piccola chiesa, definita oracolum (documenta fin dal 22 dicembre 787) dedicata alla Vergine Maria, sul colle del Valdarno. Anche la presenza nell’attuale Collegiata della Madonna in trono con bambino della scultura in legno dipinto e dorato attribuita alla scuola di Giotto e datata al 1255, farebbe pensare che a Santa Maria a Monte la festa in onore di Maria Vergine Assunta fosse una delle celebrazioni più antiche. Tuttavia, secondo quanto testimoniano i documenti, è “solamente” da più di seicento anni che viene commemorata in modo ufficiale. E’ infatti nello statuto comunale del 1391 che si trova un intero capitolo, il centosessantesimo, dedicato alla “luminaria per la festa di Sancta Maria del mese d’agosto”.