



“Dacia Mariani, per me, è un esempio da seguire, perché è sempre riuscita a distinguersi nel lavoro, nella cultura e nell’impegno civile. Sono onorato di averla a San Miniato”. Così l’assessore al turismo Giacomo Gozzini ha accolto la scrittrice fiorentina in piazza XX settembre. Di fronte ad un buon numero di presenti, a Dacia Maraini è stata donata un’opera, in acquaforte, di Luca Macchi, dal titolo Il sogno di Orfeo.
“Ho sempre seguito il percorso di questa autrice – ha detto il pittore samminiatese – che è riuscita a dare voce a tante persone che non ne avevano l’opportunità”. Oltre alla Maraini, c’era anche l’organizzatore dell’evento, Andrea Mancini. “La disponibilità di Dacia è da elogiare – ha detto – nonostante il tanto lavoro da fare, ha accettato di venire a San Miniato: una presenza, la sua, che da assoluto lustro alla nostra città”.
Nata a Fiesole, in provincia di Firenze, si è dedicata fin da giovane all’attività letteraria e al teatro. I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell’infanzia sono ancora al centro delle sue opere successive. Il suo lavoro continua fino ai giorni nostri: è del 2015, infatti, il libro Chiara di Assisi – Elogio della disobbedienza, analizzato proprio questo pomeriggio, assieme a Eugenio Murrali. È la storia di un incontro tra una grande scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata. Non potrebbero essere più diverse, Dacia Maraini e Chiara di Assisi, la santa che nella grande storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all’ombra di Francesco. Eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. Chiara ha dodici anni appena quando lo vede spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà Francesco e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un’esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. “Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara – spiega Dacia Maraini – che ha avuto il coraggio di scegliere con la propria testa, ribellandosi alla corruzione della Chiesa, in nome del Vangelo”. Un racconto dove l’autrice traccia il ritratto di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice, che ha rincorso con determinazione i suoi ideali.
Quella di oggi, tuttavia, è una giornata interamente dedicata alla figura della scrittrice fiorentina, che ha poi donato il suo ultimo libro alle Suore Clarisse di San Miniato. Alle 22, ancora in piazza XX settembre, in scena l’intenso spettacolo che Federica Di Martino ha tratto da L’amore rubato, un altro bellissimo libro della Maraini. Cronaca di una violenza di gruppo è il titolo dello spettacolo, tutto interpretato dall’allieva di Luca Ronconi, ma anche di Gabriele Lavia, per il quale è stata di recente un’apprezzatissima Medea. Per finire, alle 24 alla Chiesa di San Rocco, Cultura camminante presenterà Teatri di Dacia: Donne di fede. Una serie di letture e intermezzi dai testi di Dacia Maraini, a cura di Eugenio Murrali.
Filippo Latini