Commercio, giovani stranieri investono a Castelfranco

4 luglio 2015 | 10:43
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Commercio, giovani stranieri investono a Castelfranco

E’ presto per parlare di ripresa del commercio di vicinato nel comune di Castelfranco di Sotto, ma un timido segnale c’è.

Agli uffici comunali, nelle ultime settimane, è arrivata una rischiesta per aprire un’attività commerciale nel centro storico, che dopo il fuggi fuggi degli ultimi anni e lo svuotamento dei fondi, in gran parte effetto di una crisi economica profondamente penetrate nel tessuto sociale ed economico del paese, ora potrebbe tornare ad avere un principio di rete di negozi di vicinato. A depositare in comune la richiesta per aprire un negozio, probabilmente di generi alimentari, sono stati tre ragazzi di origine straniera che hanno presentato una scia (segnalazione certificata di inizio attività). Il negozio potrebbe essere quindi una macelleria islamica, ovvero una rivendita di generi alimentari tra cui anche carne macellata secondo il rituale halal. Per il momento la pratica si è arenata negli uffici comunali perché incompleta delle autorizzazioni della Asl 11, previste per legge per garantire tutti gli aspetti igenico sanitari. Ma una volta che i tre giovani imprenditori avranno le autorizzazioni, il comune non potrà fare altro che dare l’ok l’attività commerciale, almeno che non emergano altre carenze normative.
La notizia potrebbe in qualche modo stupire o destare preoccupazione e non sono mancate le voci di di contrarietà anche da parte di alcune formazioni politiche. Ma al di là della valutazioni ideologiche, il fatto rappresenta di per se l’indizio di un profondo cambiamento della società e del tessuto economico del centro storico di Castelfranco di Sotto. Oggi infatti, se qualcuno pensa di aprire un negozio di generali alimentari per stranieri di cultura islamica, evidentemente c’è una domanda economica da soddisfare. Insomma dove negli anni ante crisi c’era magari un negozio di generi alimentari, ora potrebbe aprire la stessa cosa dedicata però alla tradizione islamica. In altre parole c’è un nuovo gruppo sociale che vive nel centro storico e nelle zone limitrofe, che ha nuove esigenze. Tutto questo può lasciare un po’ stupiti, ma qeuste persone rappresentano un mercato e in economica dove c’è una domanda prima o poi qualcuno lo soddisfa con un’offerta, almeno che non si adottino, con tutto ciò che conseguirebbe logiche proibizioniste. Insomma le dinamiche economiche del mercato di vicinato creano un fenomeno che trova origine nei processi storici, che non possono essere fermati. D’altra parte 20 anni fa era stata la stessa economica del territorio, appoggiata dalla politica, a creare le condizioni perché nel Comprensorio arrivassero i primi nuclei di stranieri come manodopera per l’indotto conciario. Oggi in una logica di liberismo tout court, se a Castelfranco di Sotto apre un negozio condotto da stranieri o da italiani, che vende prodotti destinati alle persone di cultura islamica o italiana non cambia molto. 
Tutt’altra questione invece quella della macellazione degli animali che a Castelfranco di Sotto non può essere praticata. Il negozio che ha presentato domanda infatti sarebbe solo un commercio e non una struttura di produzione. Timorosi che qualcuno si fosse scordato di raccontarci un aspetto della pratica, siamo andati a verificare sia in Comune che alla Asl 11, dove ci hanno garantito che non ci sono richieste per aprire mattatoi o strutture deputate alla macellazione delle carni né da parte di italiani, né da parte di stranieri, “Anche perché – hanno spiegato dalla Asl 11 – la legge e gli ordinamenti della regione Toscana non lo permetto. Nel Comprensorio del Cuoio l’unico luogo deputato alla macellazione halal o koscer è il macello pubblico di San Miniato Basso”.