Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto

16 giugno 2015 | 14:06
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Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto
Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto
Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto
Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto
Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto
Più di cento per don Mannari nella piazza senza auto

Commoventi testimonianze e nostalgiche commemorazioni, con gli interventi del sindaco e degli invitati. È stata inaugurata così, davanti a tante persone, la nuova piazza Don Lelio Mannari.

La prima a parlare è stata Ilaria Parrella, sindaco di Santa Maria a Monte, che ha sottolineato la grandezza civile e umana di don Mannari: un parroco, ma prima di tutto un uomo che ha dato tutto se stesso per il bene della propria chiesa e della propria comunità, come si capisce dalle due lettere, lette dal sindaco, inviate da don Lelio al sindaco del tempo e alla sua comunità. La prima sollecitava le autorità comunali a rendere vietata la sosta nella piazza della chiesa e alla risoluzione di problemi riguardanti lo sgradevole odore proveniente dalla fognatura, per rendere più godibile ai cittadini il bel panorama che si può ammirare dalla piazza davanti alla chiesa. La seconda, invece, presentava affettuosi accenni ai cittadini, sottolineando l’amore che don Mannari provava nei loro confronti e quanto bene li conoscesse. Monsignor Morello Morelli ha evidenziato la “santa invidia” (lui stesso ha definito così, in tono scherzoso, ciò che sente) di don Bruno Meini nel paragonarsi alla figura di Lelio Mannari, da lui visto come un gigante, umanamente e religiosamente parlando. Poi ci sono state la commozione di don Taddei e don Falchi, nel ricordare le giornate passate insieme, le esperienze e gli importanti insegnamenti che da lui ricevuti, la gratitudine e l’ammirazione di Paolo Morelli e di Renato Colombai: Morelli fu aiutato da don Mannari nella documentazione per la sua tesi di laurea e Renato Colombai rammenta i tempi da chierichetto, gli amorevoli scappellotti e le importanti lezioni morali ricevute da don Lelio. Successivamente è stato proiettato il video di un intervento del parroco alla Disfida con l’arco di Montopoli, nel quale è stato possibile apprezzare una predica inneggiante alla pace propria di un’oratoria incredibilmente elevata, difficile da raggiungere per qualsiasi letterato del nostro tempo.
Infine è stato calato il drappo e scoperta l’insegna della piazza, con la commozione di Anna, nipote di Lelio Mannari, vicina al sindaco al momento dell’intitolazione. E’ proprio grazie a quest’ultima che è stata resa possibile la mostra intitolata al parroco, dato che molte fotografie di questo sono state donate proprio da lei. La mostra al piano inferiore di Casa Carducci è stata infatti l’ultima tappa della celebrazione: lì è stato possibile rivivere varie tappe della vita di don Mannari, tramite svariate fotografie e due articoli, riguardanti uno una sua famosa predica, l’altro le celebrazioni ad un anno dalla sua morte.
A seguito di questa giornata, che ha richiesto grande sforzo e organizzazione da parte del comune di Santa Maria a Monte, la piazza, liberata dalle auto (proprio come don Lelio aveva proposto negli anni ’70) pochi anni fa, ha acquisito il nome che le spetta: quello di uno dei personaggi più rispettabili della storia del comune.

Andrea Brucini