Don Sergio da un quarto di secolo, 300 per festeggiarlo

3 giugno 2015 | 11:27
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Don Sergio da un quarto di secolo, 300 per festeggiarlo
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Don Sergio da un quarto di secolo, 300 per festeggiarlo
Don Sergio da un quarto di secolo, 300 per festeggiarlo
Don Sergio da un quarto di secolo, 300 per festeggiarlo

Ci sono luoghi dove il parroco è ancora un’istituzione. Sempre meno lo si cerca in Chiesa, ma l’importante è sapere che c’è. E, poi, la Chiesa è questo: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. E ieri sera 2 giugno, di persone riunite, al tendone della festa della pizza di Orentano, ce n’erano più di 300 per festeggiare i 25 anni da sacerdote di don Sergio Occhipinti, da dieci anni parroco di Orentano e Villa Campanile.

Insieme ai sacerdoti della diocesi, che con lui hanno condiviso questo importante traguardo che, in realtà, cade proprio oggi: il sacramento dell’ordinazione, a San Miniato, è stato conferito il 3 giugno 1990. “Ricordo la nostra prima chiacchierata a Palaia, dove era rimasto per sette anni prima di arrivare qui – ha detto il sindaco di Castelfranco di Sotto Gabriele Toti premiandolo con una targa -. Il parroco è una figura importante per la comunità, non solo per quella religiosa. In un momento di forte crisi valoriale, tutta questa partecipazione è un segno importante”. “Questa – ha detto don Sergio, passando per tutti i tavoli a salutare – è una comunità vivace e creativa. Organizzano tante cose e diventano molti di più d’estate: è un popolo di emigrati, che torna con piacere. Anche se, ora, siamo alla generazione dei figli e dei nipoti, che sentono un po’ meno l’attaccamento al territorio”. Di origine siciliana, ha imparato presto a sentirsi straniero, ma da quella comunità si è sentito subito accolto, anche perché lui stesso fa dell’accoglienza delle periferie il suo segno distintivo. “Quando è arrivato – ha detto il presidente dell’Ente carnevale dei bambini Uliviero Ponziani -, don Sergio ha celebrato il mio 25esimo di matrimonio. Oggi, per me, è un piacere festeggiare i suoi 25 di sacerdozio”. Per volontà di don Sergio, il ricavato della cena servirà a riparare l’organo nella chiesa del paese: lo strumento musicale è il bene mobile più prezioso del paese e richiede lavori per 70mila euro.