Assoconciatori ai politici:”Lasciateci lavorare in pace”

21 maggio 2015 | 18:47
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Assoconciatori ai politici:”Lasciateci lavorare in pace”
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Assoconciatori ai politici:”Lasciateci lavorare in pace”
Assoconciatori ai politici:”Lasciateci lavorare in pace”
Assoconciatori ai politici:”Lasciateci lavorare in pace”

I sindaci presenti, Gabriele Toti e Giulia Deidda, le hanno definite parole crude, e forse lo sono. Nella relazione annuale, il presidente di Associazione Conciatori Franco Donati, esposta nella sede associativa a Santa Croce Sull’Arno, non ha risparmiato nessuno e ha tratteggiato un quadro fatto di luci e ombre.

Le stoccate non sono mancate per il governo Renzi e per i sindaci: se il primo viene chiamato in causa per le scelte economiche, i secondi lo sono per quelle quotidiane. Alla politica in generale, i conciatori del Valdarno dicono solo “Vogliamo lavorare in pace”. Sulle scelte locali, poi, Donati nella relazione dice: “Assistiamo al degrado di un patrimonio viario arrivato ormai sotto il livello di quello esistente nei paesi del terzo mondo, per la totale mancanza di risorse da destinare nella disponibilità dei comuni. La manutenzione – continua Donati – dei parchi e dei giardini e del verde pubblico o delle rotonde è affidata alla buona volontà dei cittadini o delle aziende private”. Poi la questione della riforma degli enti locali: “Non vediamo i grossi benefici previsti dall’abolizione della Province, intanto registriamo che sul piano ambientale i passaggi della competenze non ci sono ancora stati e che in questa fase sguazzano gli organi di controllo e aumentano le incertezze per le aziende”.
Sulla questione economica poi, dopo un 2014 in crescita, il presidente Donati dice che la ripresa dell’ultimo trimestre (+0,3 per cento) in realta è solo l’effetto della campagna elettorale, “Perché la situazione del paese pur nello scintillio di rassicuranti messaggi, continua a mostrare le sue difficoltà con un debito pubblico che ogni giorno fa registrare nuovi record, con una pressione fiscale che non accenna a diminuire e che manifesta la sua stessa entità, quando ci vengono notificate le tassazioni locali”. Il quadro economico però è assolutamente più complesso e se da un lato Donati lamenta una pressione fiscale esosa, dall’altro parla anche del crollo del mercato russo con la perdita di valore del rublo e l’applicazione delle sanzioni legate alla guerra in Ucraina. In Cina, poi, il mercato è mutato come spiega Donati: “L’apparto e i funzionari pubblici, maggiori consumatori di questo genere di articoli, hanno modificato le loro scelte. Poi c’è la questione del mercato nazionale e il resto del settore orientale. Per alcune aziende si è aperto uno spazio sul mercato orientale con una clientela che cerca pelle fatta nel distretto di Santa Croce per rendere più pregiati i propri articoli. Per altri lo spostamento sulla fascia più alta del mercato, quello delle grandi firme e del lusso ha comportato importati modifiche interne. E poi – aggiunge – questo spostamento sulla fascia alta del mercato unito alla crescita dell’export dei nostri prodotti ha garantito la sostanziale tenuta del settore fino alla chiusura del 2014”. Ma ora la situazione è mutata e oltre al crollo del mercato russo per i conciatori c’è da tenere conto di “un ricarico esasperato sui prezzi finali da parte della grandi firme, un ricarico ingiustificato e ingiustificabile rispetto alla qualità del prodotto. Il consumatore usa, poi, maggiore accortezza negli acquisti e apprezza i brand emergenti su prodotti di qualità, ma a prezzi molto più bassi”. Uno scenario quindi complicato quello economico del conciari che se da un lato rimprovera alla politica di non sapere interpretare le esigenze dell’indotto, rileva che ci sono ancora margini di crescita e di guadagno, magari cambiando ancora il target della produzioni come in passato è già stato fatto e questo ha rappresentato la salvezza dell’indotto conciario del Valdarno. Ma le questioni in ballo sono ancora tante perché anche i conciatori operano in un’economia che ristagna e dove il mercato del lavoro stenta a ripartire, tanto che i conciatori affidano proprio alle parole del presidente una pesante stoccata per il governo Renzi e in generale per la politica: “Un impegno più incisivo e una maggiore determinazione nelle scelte sono elementi che apprezziamo ma ci piacerebbe che i riscontri positivi fossero più palpabili perché quando si annuncia troppo si ha l’impressione che anche chi li annuncia, non li avverta concretamente”.

Gabriele Mori