Tre chilometri a passo d’uomo per non rompere le sospensioni dell’automobile o peggio e cercare di arrivare senza danni dove il manto stradale torna a essere in condizioni accettabili. Gli unici che riescono a percorrere la strada senza rallentare troppo sono i suv o i fuoristrada.
Siamo a Santa Croce sull’Arno lungo la via provinciale Francesca Bis o per meglio dire la 67 bis, una strada di grande scorrimento che collega la provincia di Firenze a quella di Pisa e attraversa tutto il Basso Valdarno, ma nel tatto compreso tra la rotatoria di ponte a Cappiano e l’incrocio con la bretella del Cuoio, tutto nel comune di Santa Croce, la situazione è disastrosa, abbiamo contato 136 buche in tre chilometri, una ogni 22 metri con dislivelli tra il piano della strada e il fondo della buca anche di 10 centimetri. Il manto stradale è talmente malmesso che le automobili per superare il tratto in questione sono costrette in certi punti alle volte anche a spostarsi sulla corsia opposta con il rischio di fare un incidente frontale oppure si è obbligati a frenare bruscamente per non danneggiare la vettura con il rischio di essere tamponati.
Insomma una situazione inconcepibile se si pensa che qui passano varie migliaia di veicoli tutti i giorni e che siamo su una strada di collegamento di un territorio ad alta intensità di attività produttive. La competenza sulla strada sarebbe della provincia di Pisa che però ha ben pensato di risolvere il problema invece di riassaltare, forse con un particolare senso dell’ironia i cartelli di inizio cantiere, attenzione strada dissestata e il limite di velocità fissato in 40 chilometri orari, come se in queste condizioni fosse possibile per un normale veicolo procedere più velocemente. A far sorridere è il fatto che a tre chilometri a monte dal tratto in questione appena si entra nel comune di Fucecchio e nella provincia di Firenze la strada è in buone condizioni eppure è la stessa strada, la 67 bis e ci passano gli stessi veicoli, cambia solo la provincia competente.
Le foto delle buche e della strada
Gabriele Mori