L’Unione Valdarno sarà tra quattro. La cautela di Parrella

5 maggio 2015 | 20:16
Share0
L’Unione Valdarno sarà tra quattro. La cautela di Parrella

Per dare l’effettivo via libera all’Unione dei comuni del basso Valdarno ufficialmente , a patto che ve ne sia la volontà politica di tutti i comuni adesso, manca solo un parere tecnico sulla sostenibilità del piano economico e poi dal punto di vista burocratico l’Unione potrebbe diventare fattivamente operativa.

Insomma questione di settimane o forse di mesi, ma comunque un tempo breve visto che alcune funzioni siano già state messe a comune dai quattro municipi. Certo poi c’è ancora da fare gran parte del lavoro di unificazione politica tra alcuni sindaci del nuovo soggetto amministrativo, che in parte non è ancora stato partorito e che potrebbe accelerare il processo tra i comuni di Santa Croce, San Miniato, Castelfranco di Sotto e Montopoli. E poi c’è la questione di Santa Maria a Monte il comune a cavallo tra Valdera e Valdarno e che sembra stare a guardare cosa accade prima di prendere qualunque decisone.
Fino a due mesi fa il municipio di Ilaria Parrella faceva parte dell’Unione Valdera e proprio al sindaco di matrice socialista, eletta con il largo consenso di una lista civica due anni fa è toccato l’onere e forse l’onore di portare il municipio fuori dall’Unione Valdera e provare a intraprendere una nuova strada che per ora sembra darle ragione almeno sul piano economico in termini di pressione fiscale per i cittadini e servizi erogati. Ma l’isolamento in futuro potrebbe non essere sempre vantaggioso, se si pensa che da un lato c’è l’Unione Valdera e dall’altro la nascente Unione del Valdarno, due poli che potrebbero attrarre risorse e relazioni politiche e dalle quali nel territorio potrebbe diventare difficile prescindere. Da qui però a dire che Santa Maria a Monte entrerà nell’Unione Valdarno il passaggio non sembra essere immediato. “Sono appena uscita da un’Unione comunale e non vorrei rientrare subito in un’altra – dice infatti Parrella -, poi in futuro non escludo niente, scuramente noi guardiamo con interesse a quello che sta accadendo in Valdarno soprattutto perché penso che per noi in questo momento la strada non sia quella dell’Unione, ma semmai quella di allargare la base delle nostre convenzioni con gli altri soggetti del territorio. Il mio comune da un lato ha delle convezioni ancora aperte con la Valdera e dall’altro ne ha stipulate e probabilmente ne stipulerà di nuove con il comune del Valdarno, ma da qui a parlare di un nostro ingresso nell’Unione è sicuramente presto, la questione infatti avrebbe bisogno di un percorso politico che neppure è iniziato all’interno della maggioranza e degli organi istituzionali, ma comunque per il futuro non pongo limiti anche perché tra tre anni il mio mandato di amministratore scadrà e non vorrei fare forzature verso chi verrà dopo”. Poi c’è una questione economica e amministrativa che Parrella non nasconde e spiega: “Non sono convinta che i processi di accentramento siano sempre un bene per il territorio, alla fine si rischia di accentrare servizi sulle zone centrali, economicamente e politicamente di maggior peso, per poi trascurare le periferie in termini di servizi ai cittadini, quindi credo che su questo tema sia doveroso stare a vedere cosa accade. Inoltre non posso, in questa valutazione, tenere conto che il territorio che amministro ha peculiarità storiche, geografiche ed economiche che lo rendono una situazione di confine, da un lato infatti abbiamo molte attinenze con la Valdera, basti pensare alla questione della Asl, noi siamo nella 5 e dall’altro storicamente ed economicamente siamo legati anche al comprensorio del Cuoio”. Insomma una posizione moderata e possibilista, con la quale Parrella da un lato non chiude la porta a possibili futuri sviluppi, ma per il momento preferisce rimanere alla finestra e vendere cosa accadrà nella nascente Unione del Valdarno , magari riservando di diventare anche un ago della bilancia politica tra i quattro sindaci in un futuro non troppo lontano.
E su una possibile partecipazione di Santa Maria a Monte all’Unione del Valdarno, c’è una posizione di cautela anche da parte dell’attuale presidente, il sindaco di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda che precisa subito: “Noi non chiudiamo la porta a nessuno e l’ipotesi di un Unione a cinque potrebbe essere una risorsa per il territorio, infatti il nuovo soggetto deve diventare una realtà che ha un peso territoriale e politico e quindi l’ingresso di altri comuni può essere una risorsa. Tecnicamente la cosa è possibile, anche se questo potrebbe significare riscrivere lo statuto, ma sarebbe questione di poco. Santa Maria a Monte del resto ha già delle convenzioni anche con i comuni del Valdarno per alcuni servizi, quindi in qualche modo una collaborazione esiste già, magari se c’è una volontà di entrare in un organismo questa andrebbe costruita quotidianamente”. Una valutazione che se da un lato lascia aperta la porta dall’altro da un messaggio politico chiaro per entrare nell’Unione è necessario seguire un percorso politico preciso. E al di là dei singoli rapporti resta il fatto che un eventuale ingresso di Santa Maria a Monte potrebbe modificare gli assetti politici che si sono venuti a creare, che oggi vedono Deidda e Toti il sindaco di Castelfranco di Sotto, tra i più accesi fautori dell’Unione Valdarno, seguiti dal comune di Montopolil, e dall’altro un atteggiamento prudenziale e più cauto da parte di San Miniato che sicuramente avrebbe forse inizialmente da perdere un po’ di autonomia, prestigio e il primato economico dall’entrata in funzione dell’Unione Valdarno. Proprio in questa sorta di assetti geopolitici l’ingresso in campo di Santa Maria a Monte potrebbe cambiare gli equilibri e magari ridisegnare anche le logiche che hanno portato alla stesura dello statuto dell’Unione del Valdarno inferiore, ma la situazione sembra esser ancora da definire e sicuramente nei prossimi mesi dei passi e delle decisioni verranno prese.

Gabriele Mori