“L’Imu sui terreni che non sono più edificabili non deve essere pagato alla scadenza del prossimo giungo e chi ha pagato nel 2014 deve essere rimborsato”.
A dirlo sono gli esponeti del Movimento 5 stelle che non solo sottolienano anche: “La rata dell’Imu pagata a dicembre e giungo 2014 non erano dovute ne lcso de iterreni che dopo la vrainte urbansitica no nsono più edificabili”. Il problema specificano dal M5s, in aprticolar la consigliera Benvenuti – è che alcuni cittadini proprietari di terreni che con la variante urbanistica hanno perso la loro potenzialità edificatoria, recentmente sono andati in comune a informasi se dovevano pagare e in comune hanno valutato la loro posizione sulla base dei paramentri del 2009, ovvero quanto i terreni erano edificabili. Questo significa che gli è stato detto che devo pagare l’Imu come se i terreni fossero ancora edificabili”. Un passo indietro. La vicenda comincia nel 2014, quando il comune vara la variante al regolamento urbansitico e come spiegano gli esponenti M5s, l’amministrazione comunale decide di spostare il baricentro edificatorio dello strumento urbanistico, dalle zone di saturazione a nuove aree edificabili facendo decadere la potenzialità di costruire sui terreni che si trovano inseriti in zone già antropizzate. “In pratica – dicono dall’M5s – si è preferito andare a lottizzare nuovi terreni destinati magari ancora ad uso agricolo, invece di andare a saturare quei piccoli pezzetti di terreno presenti in moltissimi casi tra edificio ed edificio, che tra l’altro non avrebbero necessitato di nessuna opera primaria di urbanizzazione, e per i quali molti cittadini hanno pagato negli anni l’Imu, compreso il 16 giugno e il 16 dicembre 2014, apprestandosi a farlo anche a giugno 2015”. Insomma una tassa che i cittadini non avrebbero dovuto pagare secondo il Movimento 5 stelle, perché esiste una normativa che lo dice: “Le aree fabbricabili – spiegano – sono tassabili soltanto in presenza di una concreta ed effettiva potenzialità edificatoria che determini un valore di mercato”, concetto contenuto sia nel Decreto Legislativo 30 novembre 1992, la legge di riferimento per il pagamento dell’ex ICI, adesso IMU, che in una più recente delibera di giunta comunale datata 16 novembre 2011. E qui c’è qualcosa che non quadra. Se da una parte, infatti, con le modifiche apportate dalla varainte urbanistica adottata il 31/marzo 2014 dal Consiglio Comunale, i terreni presenti nelle zone di completamento hanno perso potenzialità edificatoria e di conseguenza il proprio valore di mercato, dall’altra, nel 2014 i cittadini sanminiatesi non opportunamente informati hanno continuato a pagare l’Imu come se nulla fosse cambiato e a giugno 2015 gli stessi, penalizzati oltremodo, si appresterebbero ad effettuare il pagamento con le stesse modalità. Da un riscontro derivante da testimonianze dirette di cittadini recatisi presso l’Ufficio Tributi, infatti, alla richiesta di informazione riguardo i valori di riferimento per il corretto calcolo pagamento dell’Imu, vengono invitati a prendere visione delle tabelle facenti riferimento al precedente regolamento urbanistico e fissate con una delibera di giunta datata 2009″.
Tutto questo è contenuto anche in una mozione degli M5s dove è sttao cheisto quindi alla giunta e quindi al Comune di rimborsare previo campagna di informazione e su richiesta degli interessati a tale provvedimento, la quota Imu erroneamente corrisposta nel 2014 e di informare urgentemente ed adeguatamente i sanminiatesi riguardo l’azzeramento dell’edificabilità residenziale si aprla di decine e decine di terreni, salvo quei pochi casi ancora presenti ed evidenziati nelle cartografie della varainte urbanistica per evitare che a giugno 2015 siano nuovamente indotti all’errore con il pagamento dell’imposta Imu non dovuta. Infine gli esponenti 5 stelle hanno chiesto in consiglio anche di rivedere in ogni caso la tabella comunale di riferimento per il calcolo dell’Imu, aggiornando i valori ai prezzi di mercato sia in relazione alla varaitne urbanistica adottato che, naturalmente, al crollo dei prezzi dovuto alla più grande crisi del settore edile dal dopoguerra ad oggi.