Spunta il video delle minacce di Ulivieri a Gabbanini

10 aprile 2015 | 14:38
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Spunta il video delle minacce di Ulivieri a Gabbanini

“No, non ti lascio stare, hai capito? Non ti fare vedere alle iniziatie del 25 aprile” e poi improperi, urla e anche un pugno verso l’automobile personale del sindaco. Sono di questo tenore le parole e i fatti a cui si è trovato ad assistere Vittorio Gabbanini quando Renzo Ulivieri lo ha aggredito verbalmente proprio davanti al comune forse dopo averlo atteso appositamente.

E a testimoniare questa scena di rabbia da parte dell’esponente di Sel, ora spunta anche un filmato del circuito di videosorveglianza del municipio di San Miniato. Il materiale video sarebbe già stato acquisito dalle forze dell’ordine in qualità di polizia giudiziaria e allegato agli atti e quindi agli elementi di prova che andranno a finire davanti al giudice. Indubbiamente la rimozione della lapidi che ricordano la strage del duomo di San Miniato ha fatto andare su tutte le furie Renzo Ulivieri tanto da arrivare a minacciare e offendere il primo cittadino ritenuto responsabile di voler rimuovere un documento, una memoria storica. Una questione che a quanto pare ha avuto reazioni fuori dal comune e che neppure lo stesso Vittorio Gabbanini si sarebbe potuto aspettare. Che Ulivieri non fosse d’accordo con il sindaco s’era capito fin dai primi commenti su Facebook, dove non si era risparmiato di utilizzare toni forti e indubbiamente offensivi, ma che addirittura si arrivasse alle minacce verbali nessuno poteva pensarlo.
Sulla questione della lapidi che ora andranno in un museo, Vittori Gabbanini non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione e si è limitato a parlare del significato della rimozione di quelle due lapidi: “Nessuna volontà di oscurare la memoria, anzi noi da quando sono sindaco le iniziative del 25 aprile le abbiamo moltiplicate e quest’anno faremo altrettanto. Ne abbiamo talmente tante che non riusciamo a svolgerle tutte in un’unica mattinata. Sulla questione della lapidi posso solo dire che adesso, dopo che sono state rimosse quelle due, vorrei metterne una sola dove si riporta solo il nome delle 55 vittime imputandone la responsabilità alla guerra che è la vera causa di quanto accaduto perché – conclude Gabbanini – tutti parlano della strage, delle lapidi, ma spesso ci dimentichiamo che dietro a tutto questo ci sono dei civili morti per cause di guerra”.