Gli Animalisti Italiani ci riprovano. Questa volta per fermare le macellazioni partono con una campagna nazionale di sensibilizzazione da San Miniato con una grande manifestazione di protesta pacifica, proprio davanti al macello pubblico di via Guerrazzi, dove lanceranno vari palloncini colorati e deporranno una corona di fiori. Al centro del dibattito c’è la questione dei metodi di abbattimento previsti dalle confessioni monoteiste diverse da quelle cristiane.
Secondo gli Animalisti locali e di tutta Italia infatti le macellazioni rituali rientrano nelle metodologie di abbattimento cruente e che infliggono inutile sofferenza all’animale, contrariamente a quanto prevedono la legge, il codice penale e le disposizioni della Comunità europea. San Miniato quindi è ancora una volta al centro della vicenda macellazioni rituali, dopo che la scorsa estate il nome della città era rimbalzato agli onori della cronaca perché il sindaco Gabbanini e la Asl 11 avevano fermato un’azienda agricola, dotata di un mattatoio privato per abbattere gli animali secondo le ritualità previste dalla confessione musulmana. Ora la questione torna a porre San Miniato al centro della proteste perché secondo gli animalisti gli organi competenti avrebbero, come previsto dalla legge, dato una deroga al macello pubblico di via Guerrazzi rendendo possibili in alcune date dell’anno le macellazioni per dissanguamento. La campagna di protesta ha già fatto partire varie lettere indirizzate ai vertici del governo italiano e delle Camere e alla Regione Toscana per chiedere una revisione della legge che consente di praticare gli abbattimenti rituali. San Miniato rischia di finire al centro della vicenda nazionale proprio perché prima gli enti locali avrebbero fermato le macellazioni rituali nel mattatoio privato, salvo poi lasciare la possibilità in alcune date dell’anno (in prossimità della feste religiose secondo gli animalisti) di praticarle, dopo l’ok del veterinario, nel macello pubblico e secondo gli enti locali previa stordimento. Per il momento a San Miniato è atteso l’arrivo di oltre 150 persone nella giornata di sabato e gli organizzatori avrebbe invitato anche gli amministratori locali, che per ora però non avrebbero dato la loro adesione all’evento.
“Noi chiediamo la revisione della deroga che concede di poter praticare le macellazione rituali, senza stordimento” dice Walter Caporale, presidente dell’associazione Animalisti Italiani Onlus. “La questione – continua – che noi poniamo si riassume in un quesito: perché dobbiamo derogare ad una legge, permettendo queste macellazioni? Una deroga che ci riporta dal punto di vista normativo indietro di 20 anni. Il tutto per andare ad accontentare le richieste di una minoranza religiosa. Noi riteniamo che queste macellazioni debbano essere fermate. In Toscana abbiamo circa 12 delle 208 strutture italiane dove si possono praticare le macellazioni rituali. Da San Miniato parte la nostra campagna di sensibilizzazione rivolta a livello nazionale. Noi sabato depositeremo una corona di fiori e lanceremo palloncini bianchi. Questa pratica terribile prevede lo sgozzamento dell’animale e il suo dissanguamento senza preventivo stordimento. Una barbarie disumana di fatto concessa da una deroga che annulla la legge sulla tutela del benessere animali in memoria degli animali uccisi in questo modo. In questo modo le pratiche di una comunità religiosa prevale sul buon senso e soprattutto sulle leggi italiane. Per questo abbiamo scritto al premier Renzi a Laura Boldrini, la presidente della Camera dei Deputati e al presidente della regione Toscana Enrico Rossi. La nostra è una battaglia di civiltà e non volgiamo assolutamente che venga strumentalizzata dall’esterno, noi ci batteremo contro tutti coloro che non rispetterenno i diritti umani e animali”.
Il governatore Rossi chiede i documenti alla Asl 11
Dal comune di San Miniato intanto hanno sempre ribadito che al macello pubblico gli animali, anche nel caso di macellazioni rituali, vengono prima storditi come prevede la legge e quindi le condizioni fissate dalla normativa sono rispettate. Ma la vicenda intanto è finita anche sui banchi della regione Toscana, tanto che il governatore Enrico Rossi, chiamato in causa dagli animalisti, ha chiesto alla Asl 11 di produrre una documentazione per capire come vengano praticate le macellazioni rituali al Macello pubblico di via Guerrazzi. Insomma una questione che potrebbe finire anche all’attenzione della regione Toscana, tanto che la Asl dovrà a quanto pare accertare proprio se nel caso di macellazioni rituali gli animali prima vengano storditi oppure no come prevederebbe l’ortodossia coranica. Insomma una vicenda che sicuramente potrebbe dare il via a un dibattito anche acceso che potrebbe arrivare fino alla Regione.
Valentina Zaffora
Gabriele Mori