
“Dietro al bacino di Roffia, c’è una storia lunga 30 anni e per avere le cassa di espansione ci sono voluti sei anni, un’opera importante, ma non dobbiamo dimenticarci dei sacrifici tra le due alluvioni e i soldi spesi, non è stato tutto bello come vuole far credere Enrico Rossi, non dobbiamo dimenticarci che ci sono state mille difficoltà per arrivare ad ottenere i risultati di oggi” (leggi qui). Queste le parole del responsabile Ncd San Miniato Roberto Ferraro, all’indomani dell’inaugurazione della cassa di espansione di Roffia, sostenuto dal coordinatore provinciale Ncd Raffaele Latrofa.
Il bacino di Roffia ha una storia lunga e piena di perplessità che inizia nel 1969 quando l’amministrazione comunale autorizzò una ditta privata a prelevare sabbia dalle cave, nel 1979 fu rinnovata la convenzione. Negli anni ottanta la Regione ha rivisto la legge in materia, e l’amministrazione comunale di San Miniato pensò di ampliare questa buca per creare un bacino per gare di canottaggio internazionale. Nel 1987 si parlava di sinergie con altri impianti sportivi. Nel 1996 il Comune di San Miniato stipula una convenzione con un privato per l’escavazione di aree di proprietà comunali e quelle acquistate successivamente per realizzare e completare il bacino reniero.
“Il rischio idraulico della zona è sempre stato lamentato dai cittadini – continua Ferraro – tra il fiume e il lago ci sono 70 metri e Roffia è stata vittima di due esondazioni, la prima nel 2009 e la seconda nel 2013, che sono costate al Comune milioni di euro. La cassa di espansione è un ottimo risultato, ma non accettiamo queste rappresentazioni bucoliche ed eccessive. Abbiamo impiegato sei anni affinché l’opera fosse realizzata”.
“In questo momento di antipolitica è fondamentale avere persone che si occupino delle problematiche territoriali – afferma Latrofa Ncd Pisa – e il nostro partito sta applicando un nuovo metodo di analisi rispetto ai problemi, prima analizziamo la situazione e poi interveniamo anche in vista delle elezioni regionali”