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Mafie e corruzione, la Regione Toscana si monitora da sola

L'assessore Ciuoffo replica a FdI sul mancato rinnovo dell'accordo con la Normale di Pisa

Mafie e corruzione, la Regione Toscana si monitora da sola, come anticipato il 17 febbraio scorso da un nostro precedente articolo.

Il 7 marzo era stata presentata in consiglio regionale una interrogazione a risposta scritta da parte di Vittorio Fantozzi (Fdi) in merito al mancato rinnovo di collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa e ieri è arrivata la replica della giunta a firma dell’assessore alle infrastrutture digitali, rapporti con gli enti locali e sicurezza, Stefano Ciuoffo.

Dopo due rinnovi triennali la Regione non ha ratificato l’accordo con il prestigioso ateneo pisano. Questo è stato possibile perché il 29 dicembre scorso nella legge regionale di stabilità sono state apportate alcune modifiche alla normativa che regolamentava anche la pubblicazione del dossier annuale su corruzione e mafie in Toscana, e non solo. Sara l’Irpet a redigere il dossier annuale sulla criminalità organizzata e la corruzione che prima veniva invece redatto dalla Normale di Pisa.

Così si legge nella risposta scritta dell’assessore regionale Ciuoffo: “La Giunta regionale ha approvato il 24 ottobre 2022 la deliberazione n. 1178 recante “Istituto Regionale per la Programmazione Economica (Irpet). Indirizzi ad Irpet per l’elaborazione del programma di attività dell’anno 2023”. L’atto è stato adottato a seguito dell’approvazione della Risoluzione del Consiglio regionale 18 ottobre 2022, n. 224 recante “In merito alla deliberazione della Giunta regionale 3 ottobre 2022, n. 1088 (Istituto regionale per la programmazione economica “Irpet”. Indirizzi a Irpet per il piano di attività 2023 con proiezione triennale)”. E ancora, entrando nel merito della questione: “Tra le attività che l’Irpet svolgerà nel 2023 è compresa anche l’elaborazione di un rapporto sui temi della criminalità organizzata e della corruzione in Toscana. Si legge infatti a pagina 7 dell’allegato “Programma di attività dell’Irpet- Anno 2023. Linee di indirizzo”: “Rapporto su corruzione ed illegalità in Toscana. L’obiettivo è quello di monitorare l’evoluzione dei fenomeni di corruzione, illegalità e criminalità organizzata in Toscana, cogliendone la relazione con il sistema produttivo regionale e le sue caratteristiche settoriali e territoriali. In una prima parte saranno oggetto di analisi, quindi, opportunamente organizzate e sistematizzate tutte le informazioni disponibili- di varia natura e fonte – relative alle infiltrazioni mafiose, ai reati sentinella degli eventi criminosi, alle segnalazioni di operazioni sospette, alle imprese a rischio infiltrazione, al rischio corruzione nel ciclo dei contratti pubblici. Il tutto con l’intento di predisporre una base informativa aggiornata e capace di fornire una indicazione della vulnerabilità dei nostri territori e dei comparti produttivi agli eventi illegali. La seconda parte del rapporto sarà focalizzata a fornire una stima dei fenomeni di evasione fiscale e contributiva legati all’impiego del fattore lavoro (lavoro nero) e allo svolgimento delle attività produttive (evasione irap e/o altre imposte), per coglierne la dimensione e la distribuzione a livello settoriale e territoriale”.

Scelta legittima dunque da parte della Regione, non c’erano dubbi al riguardo, restano invece aperte tutte le questioni di opportunità di questa decisione di non rivolgersi a terzi (e di prestigio come la Normale di Pisa) per la redazione di un dossier così delicato e complesso su mafie e corruzione che non esclude il mondo della politica da tali eventuali infiltrazioni devastanti. Si possono legittimamente governare in proprio dati e analisi su questi fenomeni ma organismi terzi davano inevitabilmente tutt’altro “peso” alle conclusioni annuali contenute nei dossier. Mafie e corruzione, ad ogni modo, restano argomento prioritario in regione come sottolineano da tempo anche le relazioni introduttive degli ultimi anni giudiziari.

 

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