Il decreto dignità non è stato violato: annullata la multa al sito d’informazione

Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar: la presenza di un link ad un comparatore non è un invito al gioco

Multa cancellata per un sito d’informazione, a cui era arrivata una sanzione di 50mila euro da parte dell’Agcom per violazione del decreto dignità.

Lo ha deciso il Consiglio di Stato, riporta Agipronews, accogliendo l’appello del portale toscano Il Giunco e ribaltando la precedente sentenza del Tar. Il provvedimento era arrivato dopo che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aveva ravvisato una presunta violazione del divieto di pubblicità a giochi e scommesse, previsto dal decreto Dignità introdotto nel 2018: in particolare, all’interno del sito web della testata era stato individuato un “contenuto pubblicato contenente un apposito collegamento ipertestuale” a un altro sito web “ritenendolo un’attività promozionale del gioco a pagamento”.

Motivazioni errate secondo Palazzo Spada, che nella sentenza spiega come “i contenuti dell’articolo pubblicato sul sito del quotidiano on line” e quelli del sito a cui rimandava il collegamento “non andrebbero oltre le finalità informative dichiarate e non concreterebbero una forma di pubblicità indiretta delle piattaforme di giochi passate in rassegna”.

Le linee guida di applicazione del decreto Dignità, ricorda infatti il Consiglio di Stato, spiegano che “a differenza delle forme di pubblicità diretta e indiretta, le mere comunicazioni che mantengano un’esclusiva finalità descrittiva, informativa ed identificativa dell’offerta di gioco legale, funzionale a consentire una scelta di gioco consapevole, e dunque in linea con l’obiettivo di tutela del consumatore, e con un’interpretazione sistematica della disciplina dell’offerta di gioco a pagamento che l’ordinamento fa oggetto di specifico regime concessorio ed assoggetta a precisi obblighi informativi, vanno considerate escluse dal divieto”.

Inoltre, la testata “non ha fornito direttamente le informazioni sulle piattaforme online che offrono i servizi di gioco a pagamento, mentre un link ipertestuale presente sulla sua pagina ha consentito l’accesso al sito che, a sua volta, non offre il servizio di casino on line, ma una dettagliata informativa sulle varie piattaforme di gioco”.

Secondo il Consiglio di Stato, la testata “si è limitata a predisporre un collegamento ipertestuale (che costituisce il rinvio da un’unità informativa su supporto digitale ad un’altra) ad un sito web che ha descritto le caratteristiche delle varie piattaforme digitali, ma che non svolge direttamente servizio di offerta di gioco lecito a pagamento”.

Per questo il ricorso è stato accolto e la multa di 50mila euro annullata.