Si potrà salire fino alle campane, partito il restauro della porta di San Pietro a Vigesimo





L’intervento durerà circa 4 mesi, per un importo di 280mila euro
È stato allestito lunedì 28 novembre il cantiere per il restauro della porta torre di San Pietro a Vigesimo. Un intervento destinato a trasformare il campanile simbolo di Castelfranco di Sotto in un’attrazione culturale e turistica, con la possibilità di salire sull’edificio fino all’altezza delle campane, per scoprirne la storia e le sue stratificazioni architettoniche.
Un progetto che richiederà circa 4 mesi di lavori, fino al 31 marzo 2023. Periodo nel quale il tratto iniziale di corso Bertoncini sarà chiuso al traffico, dall’incrocio con via Magenta fino all’intersezione con via Verdi e via Matteotti, costringendo i residenti in possesso del permesso ztl ad entrare nel centro storico dagli accessi di via Novelli o via Mazzini. Sotto l’arco si potrà comunque transitare a piedi, grazie alla creazione di un percorso pedonale protetto, che potrà essere chiuso per brevi periodi in base alle necessità del cantiere.
L’intervento, per un importo di 280mila euro, punta al recupero conservativo e alla fruizione della torre, una delle 16 torri che punteggiavano il circuito murario del castello medievale, poi trasformata in torre campanaria alla fine del ‘500, in contemporanea con l’abbandono e la successiva demolizione delle mura, quando la porta a Vigesimo fu innalzata di un piano per accogliere la cella campanaria. Il progetto prevede il consolidamento statico e sismico dell’edificio, il risanamento dei solai e della volta, la sostituzione delle reti contro i volatili, l’installazione di un nuovo impianto elettrico e di illuminazione, insieme al recupero delle scale per accedere ai piani superiori (attrezzate anche per i disabili), con la realizzazione di un percorso informativo e uditivo in prossimità dei vari livelli.
I lavori sono coperti grazie al bando regionale delle città murate, destinato appositamente al recupero di torri e altre strutture difensive medievale, insieme a un contributo di Crédit Agricole e della Fondazione cassa di risparmio di San Miniato.