biodiversità

Alla scoperta della riserva naturale di Montefalcone e del suo anello escursionistico

22 febbraio 2021 | 13:29
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Alla scoperta della riserva naturale di Montefalcone e del suo anello escursionistico

Unidici chilometri di passeggiata adatta a tutti, per una giornata all’aria aperta nel cuore del Comprensorio

Se siete amanti della natura e degli animali, quello che fa per voi è senza dubbio una bella passeggiata nella Riserva di Montefalcone.

La riserva, situata nel Comune di Castelfranco di Sotto, rappresenta infatti il polmone verde numero uno per tutto il comprensorio del Cuoio e per la Valdera. L’elevata biodiversità animale e vegetale e i rari habitat presenti, rendono la Riserva un angolo di natura incontaminata proprio a due passi dagli ambienti urbanizzati.

E adesso che la primavera è ormai alle porte, è arrivata l’ora di preparare zaino e scarpe comode per fare un salto tra le tante bellezze naturali che offre questo luogo.

Il percorso è un anello di 11 chilometri realizzato in gran parte su fondo naturale nella proprietà della Riserva lungo la recinzione e, in parte, su tratti asfaltati o su segmenti di vie vicinali forestali. Un posto magico con numerosi laghetti, sorgenti e fonti immersi nel verde.

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La riserva è interamente recintata ed è possibile effettuare visite guidate su richiesta. Fuori dalla recinzione, invece, esiste anche un percorso escursionistico “libero” di circa 10 chilometri con percorso vita e aree di sosta. È presente inoltre un piccolo Centro visitatori dove il personale – appositamente formato – guida i ragazzi delle scuole ed i visitatori alla scoperta della riserva e degli ambienti naturali, in un percorso preparatorio alla visita in riserva. Esperienze visive, tattili e pratiche per un approccio divertente ed interattivo.

Il percorso, immerso quasi totalmente nella vegetazione lussureggiante, è molto semplice da percorrere, adatto sia per grandi che per piccoli esploratori. L’unico a stancarsi davvero sarà senza dubbio il vostro telefono o la vostra macchina fotografica: nella riserva c’è talmente tanto da immortalare che il consiglio è quello di avere una memoria molto spaziosa.

Un po’ di storia

Per chi non lo sapesse, l’area, estesa per circa 503 ettari, venne acquistata dallo stato nel 1971 nell’ambito delle attività di tutela e miglioramento dell’ambiente. Grazie al Centro Cites e al lavoro della Forestale, la riserva ospita anche numerosi esemplari a rischio estinzione. La Riserva è inoltre Centro Cites di riferimento per tutta l’Italia centrale, ovvero il luogo di cura e stazionamento di tutta l’avifauna esotica e locale oggetto di sequestri e commercio illegale. Il Centro Cites ospita circa 80 animali in custodia giudiziaria, visitabili in regime di sicurezza con la guida del personale specializzato addetto alla loro cura e salvaguardia.

Il percorso

Passando dal percorso fitness rinnovato di via di Poggio Adorno, si giungerà all’ingresso della riserva da Casa Nacci, antico edificio settecentesco – dov’è presente uno dei punti di accoglienza – con visita all’alberoteca. Grazie al supporto dei Carabinieri Forestali e delle guide naturalistiche del Consorzio Forestale delle Cerbaie, i partecipanti saranno guidati in uno dei luoghi più belli del territorio per la ricchezza di piante e vallini umidi e per i tanti tesori nascosti che sarà possibile incontrare lungo il cammino (come l’antica ghiacciaia della Villa di Montefalcone). Il posto ideale per fermarsi per il pranzo al sacco è senza dubbio l’area attrezzata all’interno della Riserva, a bordo del Lagombroso.

La fauna

Un’area specifica della Riserva è dedicata, come annunciato, a numerosi esemplari di uccelli: gufi reali, condor delle Ande, aquile americane di mare dalla testa bianca (simbolo degli Stai Uniti), barbagianni, pappagalli del Nicaragua. Sono queste alcune delle specie presenti nelle grandi voliere gestite dal Carabinieri Forestali a Montefalcone, che sarà possibile ammirare nel corso della visita. Gli esemplari sono ospitati all’interno del Centro in seguito al loro sequestro, in base alla normativa regolante il commercio di specie animali protette.

Per gli amanti di questi animali alati, nella riserva c’è veramente l’imbarazzo della scelta: nelle aree umide sono presenti anche il germano reale, la folaga, la gallinella d’acqua, l’airone cenerino, l’alzavola e il martin pescatore. Tra i rapaci diurni anche la poiana e lo sparviero, come specie sedentarie e nidificanti, invece, il biancone, che sorvola spesso la Riserva nel periodo estivo.

L’astore – raro ma molto apprezzato visitatore invernale – ed il lodolaio, forse nidificante all’esterno dell’area. Infine, nelle zone aperte ed ai margini dei boschi, vengono avvistati spesso anche l’upupa, nidificante ed abbastanza frequente, il gruccione, la tortora selvatica, il saltimpalo, il beccamoschino e ultimo ma non certo per importanza, il cosiddetto pigliamosche.

Naturalmente gli uccelli non sono gli unici abitanti della riserva: durante il percorso è possibile incontrare anche cervi, caprioli, daini e cinghiali. Per la gioia dei bambini, nella riserva risiedono inoltre volpi, puzzole, donnole ma soprattutto i ghiri.

La flora

Per i pollici più verdi, invece, sui rilievi e gli assolati altopiani di questo cuore selvaggio delle Cerbaie si possono vedere le  fustaie di pino marittimo, con popolamenti puri o misti con latifoglie. Il sottobosco della pineta è prevalentemente arbustivo, con una discreta diffusione di corbezzolo, eriche, cisti ed altre specie tipiche della macchia mediterranea, orniello, roverella e cerro. Un luogo magico e incontaminato che nel periodo primaverile si accende ancora di più di profumi e colori regalando il massimo della sua bellezza.

Oltre alla cura degli animali, a Montefalcone si cerca di favorire anche la ricostituzione dell’originario bosco misto di latifoglie, ecologicamente più stabile, con interventi  selettivi che favoriscono  lo sviluppo delle latifoglie presenti.

Nei cosiddetti “vallini”, caratterizzati da maggiore umidità, fertilità e disponibilità idriche, predominano i boschi misti di latifoglie mesofile con cerro, rovere, farnia, frassino maggiore, carpino bianco, acero campestre e castagno. Lungo i torrenti, i numerosi laghetti ed in prossimità delle zone acquitrinose sono invece presenti il nocciolo, l’ontano nero, pioppi, salici e varie specie erbacee igrofile.

In alcune fresche pendici più esposte a nord, gli amanti della flora possono vedere anche minuscole stazioni relitte di faggio, abete bianco e tasso, a conferma della variabilità e della ricchezza vegetazionale della Riserva.
All’appello non mancano certo alcune rosacee come sorbo domestico, ciavardello e perastro, importanti per l’alimentazione della fauna selvatica, nonché altre specie significative.

Curiosità

Nell’ultimo decennio è stato attuato un nuovo programma di orientamento con progressivo abbandono delle produzioni faunistiche ed il recupero e riadattamento degli spazi precedentemente in uso, ponendo massima attenzione alla prevenzione degli incendi boschivi, curando e migliorando la parte boschiva della Riserva e gli spazi prativi, realizzando itinerari escursionistici e didattici. È stato dato sempre maggiore spazio ad iniziative di interesse ambientale e di valorizzazione, anche con attuazioni di importanti ricerche scientifiche, in collaborazione con enti ed università.

La collaborazione con il Deistaf dell’università di Firenze e la Provincia di Pisa ha permesso inoltre di realizzare il piano di gestione della Riserva con importanti linee guida per gli interventi e le attività istituzionali da realizzare nell’area protetta.

Arrivare alla Riserva è semplice: Montefalcone è comodamente raggiungibile da varie direzioni, sia dal Valdarno inferiore che da Pistoia e Lucca. Ad Altopascio (circa 10 chilomentri), si trovano i più vicini collegamenti autostradali (A 11) e ferroviari (linea Firenze-Lucca-Viareggio); Pontedera (a circa 13 chilomentri) è l’altro punto di riferimento principale.

Giulia Prete