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San Pierino, giardino “vietato” a chi si muove in carrozzina

16 aprile 2025 | 13:41
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San Pierino, giardino “vietato” a chi si muove in carrozzina
San Pierino, giardino “vietato” a chi si muove in carrozzina
San Pierino, giardino “vietato” a chi si muove in carrozzina

All’ingresso della struttura è stato posizionato un tornello per bloccare l’accesso ai motorini, impedendolo anche ai disabili

“Non ci aspettavamo fosse questa la Fucecchio inclusiva che ci era stata raccontata come una favola dall’attuale sindaco in campagna elettorale”. E’ il consigliere comunale di Forza Italia Fucecchio Simone Testai a raccogliere e riportare la situazione di difficoltà raccontata da una persona, ma la stessa per chi si trova in situazioni di disabilità o soltanto si deve muovere con un bambino nel passeggino.

L’accesso al giardino pubblico in via Mazzone, nella zona sportiva di San Pierino infatti, risulta chiuso con un lucchetto il cancello d’ingresso ed è stato posizionato un tornello per impedire l’accesso ai motorini, ma precludendone al tempo stesso l’accesso ai disabili con la carrozzina.

“La denuncia arriva da un cittadino che impossibilitato all’accesso ci ha contattato, e con il quale abbiamo fatto un sopralluogo – continua il consigliere -. Grave la deficienza alle normativa in materia di accesso ai disabili: da un lato il tornello impedisce completamente l’accesso dall’altro lato del giardino è presente una rampa che non rispetta la normativa, con pendenze elevate e priva di parapetto tale da essere pericolosa durante il transito per un disabile soprattutto se in carrozzina. Ancora una volta si sono dimenticati di chi non può accedere agli spazi pubblici come gli altri, una situazione analoga a quella denunciata dai cittadini ormai da diversi anni per la scala mobile ed il servo scala al parcheggio del presidio ospedaliero di via Sottovalle”.

“Sarà mio compito in qualità di rappresentante dei cittadini attivarmi presso i relativi uffici in particolare quello del garante dei disabili affinché non resti indietro nessuno – conclude Testai -. È inutile pensare a opere superflue  e faraoniche quando non si è capaci di aiutare le persone fisicamente in difficoltà ad usare come gli altri gli spazi pubblici e relative strutture. L’inclusività inizia dalle piccole cose, peccato rilevare che l’amministrazione non riesca a garantirle“.