Il Comune esce dalla Rete Ready, impegnata contro discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere

Le ragioni del sindaco e le reazioni di Sinistra e opposizione
“La scelta del Comune di Castelfranco di Sotto di abbandonare la Rete Ready, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni impegnate contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, rappresenta un grave atto politico, che va ben oltre la sfera amministrativa”. Lo afferma Anna Piu, segretaria provinciale di Sinistra Italiana Pisa, rendendo nota la decisione della giunta Mini.
Per Piu, “È l’ennesimo segnale di una precisa volontà della Destra di smantellare gli strumenti istituzionali di tutela e promozione dei diritti civili. Una decisione che rientra in una più ampia e pericolosa offensiva ideologica che, in molte amministrazioni, sta colpendo le persone LGBTQIA+, minacciando le conquiste di anni di lotte e di impegno per una società più giusta e inclusiva. L’adesione alla Rete Ready non è un simbolo vuoto: è un atto concreto che afferma il dovere delle istituzioni di combattere ogni forma di discriminazione e di promuovere politiche inclusive. Rinunciarvi è una scelta che parla chiaro: voltare le spalle a una parte della cittadinanza e legittimare marginalizzazione e discriminazione.
Come Sinistra Italiana Pisa condanniamo con forza questa decisione e ribadiamo il nostro impegno quotidiano per i diritti, l’uguaglianza e la dignità di tutte e tutti. Difendere la Rete significa difendere un’idea di società aperta, pluralista e solidale, dove nessuno viene lasciato indietro. Ai cittadini e alle cittadine di Castelfranco di Sotto diciamo: non siete soli. Continueremo a sostenere ogni battaglia per i diritti e a contrastare, in ogni sede, chi vuole riportarci indietro”.
Alessandra Nardini
“Una scelta gravissima” anche per l’assessore regionale Alessandra Nardini. “Non mi stupisce – dice – che il sindaco di Castelfranco di Sotto abbia deciso di uscire dalla rete Ready. È un estremista di Destra, noto per un tatuaggio con motto nazista. Cosa ci si può aspettare? È una scelta gravissima perché quella è la rete delle Pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Se esci dai un messaggio chiaro: ‘sono favorevole alle discriminazioni’.
Trovo agghiacciante che un sindaco e una giunta diano questo messaggio, ma sono coerenti con quello che la destra sta facendo a livello mondiale, da Orbán a Trump, e anche in Italia, con attacchi continui alla comunità LGBTQIA+, in particolare alle persone transgender. Castelfranco non merita un sindaco del genere e spero che reagisca a questa scelta ideologicamente violenta. Come Regione siamo orgogliosi della crescita della Rete in questi anni e continueremo a batterci al fianco della comunità LGBTQIA+ e delle famiglie arcobaleno, per eliminare le discriminazioni intollerabili che ci sono ancora e garantire la piena parità dei diritti. Anche per fatti come questo è importantissimo partecipare in massa al Pride di giugno a Prato”.
Castelfranco Unita
Per il gruppo consiliare “Castelfranco Unita” (Pd, Psi, Alleanza Verdi & Sinistra Azione “Come se non bastassero i tatuaggi nazifascisti sulle braccia e la rivendicazione di non celebrare il 25 aprile, l’amministrazione si distingue ancora una volta per una decisione regressiva. Il gruppo consiliare di opposizione Castelfranco Unita esprime la sua più ferma condanna e profonda preoccupazione in merito alla deliberata decisione della giunta Mini, espressione di una maggioranza di destra che di ‘moderato’ ha ben poco, di uscire dalla Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni antidiscriminazione per orientamento sessuale che riunisce tanti Comuni e Città italiane.
In un momento storico in cui, purtroppo, assistiamo a un aumento preoccupante di episodi di odio e discriminazione, con conseguenze drammatiche soprattutto tra i giovani, la scelta di uscire dalla Rete appare non solo incomprensibile, ma anche irresponsabile. Questa rete rappresenta uno strumento fondamentale per promuovere il rispetto, l’accoglienza e l’uguaglianza, valori che dovrebbero essere pilastri di ogni comunità civile. Del resto, una decisione così sbagliata e divisiva per la nostra comunità non stupisce, considerando la mancanza di una specifica delega alle pari opportunità all’interno della giunta.
È evidente che questa polemica, da loro stessi scientemente sollevata, non è altro che una maldestra opera di distrazione di massa. Dopo un anno di mandato, l’inadeguatezza e l’incapacità amministrativa della Giunta Mini sono ormai sotto gli occhi di tutti, e questo tentativo di spostare l’attenzione su temi ideologici non fa che confermare la loro debolezza. Con questa decisione, sindaco e giunta lanciano un messaggio pericoloso e inequivocabile ai cittadini di Castelfranco, Villa Campanile, Orentano e Galleno. Ogni ragazzo e ragazza, ogni uomo e donna, deve essere consapevole di una terribile verità: sindaco e amministrazione ammettono di discriminarli per il loro orientamento sessuale. Questo rischia di far sentire meno protetti e meno inclusi quei cittadini che più necessitano di sostegno e riconoscimento. Ci chiediamo quale sia la visione di comunità che questa Giunta intende perseguire. Vogliamo una Castelfranco unita, aperta, inclusiva, che valorizza la diversità come una ricchezza, o una Castelfranco che si chiude e lascia indietro una parte dei suoi cittadini?
Castelfranco Unita si schiera con forza a difesa dei diritti e dei doveri di ogni persona a sentirsi pienamente parte della propria comunità, a vivere la propria vita con dignità e libertà, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale.
Invitiamo tutti i cittadini a riflettere su questa grave decisione e a unirsi a noi nel chiedere alla Giunta Mini di riconsiderare la propria posizione, riaffermando l’impegno di Castelfranco di Sotto nella lotta contro ogni forma di discriminazione e per la costruzione di una comunità più unita, giusta e inclusiva per tutti”.
Il sindaco Mini
Per il sindaco Fabio Mini però: “Non c’è motivo di stare in un’associazione come questa, perché ci sono già le leggi che tutelano la libertà di orientamento sessuale. Al contempo riteniamo che continuare ad essere partecipi di tali associazioni leda il diritto di tutti, tra i quali gli etero. Sono contrario a tali movimenti, come lo ero al Ddl Zan, che non sarebbe servito a tutelare i vari orientamenti sessuali, ma avrebbe impedito di manifestare le proprie idee a coloro che credono che la famiglia sia una sola, quella tradizionale”.