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Vicenda bibliotecarie, Guazzini interroga l’Amministrazione ma “risposta pubblicata senza discussione”

7 marzo 2025 | 14:59
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Vicenda bibliotecarie, Guazzini interroga l’Amministrazione ma “risposta pubblicata senza discussione”

“Non solo l’internalizzazione e la digitalizzazione, per ora, non hanno avuto seguito, ma che si sono utilizzati gli operatori di un’altra cooperativa”

“Il modello sanminiatese di democrazia non sembra proprio corrispondere agli standard liberali dell’Occidente” secondo Manola Guazzini, consigliere comunale del gruppo Misto a San Miniato.
“L’unico strumento – dice – che è lasciato nelle mani dei gruppi di opposizione per svolgere la funzione di controllo e di proposta che è costituzionalmente garantita a tutti i consiglieri comunali da un Sindaco e da una Giunta arroccati perché deboli e da una maggioranza usa a obbedir tacendo, sono le mozioni e le interpellanze. Ora, per aggirare anche questo residuo diritto, il Sindaco e l’Assessore alla Cultura Squicciarini pubblicano la risposta a un’interpellanza del Gruppo Misto sulla stampa, prima che essa sia illustrata e discussa in Consiglio: il Consiglio Comunale, dunque, a cosa serve?
Ma non basta: si rende pubblica la risposta guardandosi bene dallo specificare quali erano le domande. E’ quindi opportuno far sapere alla cittadinanza che la nostra interpellanza riguarda il caso, più volte discusso, delle bibliotecarie. Tutti ricorderanno che a fine marzo dell’anno scorso, in piena campagna elettorale e con un consiglio comunale non più nel pieno esercizio delle sue funzioni, la Giunta decise di non rinnovare alla scadenza un appalto il cui rinnovo era stato previsto tre mesi prima con risorse stanziate nel DUP e nel Bilancio di Previsione.
La motivazione addotta fu una scelta di internalizzazione e digitalizzazione del servizio, senza che per altro la decisione fosse stata minimamente contrattata con i Sindacati. In un comunicato stampa del 15 maggio 2024, infatti, la Funzione Pubblica Cgil scrive: ‘Ci preme informare che in nessun tavolo e nessuna comunicazione abbiamo mai ricevuto notizie in merito alla volontà dell’amministrazione di re-internalizzare il servizio con personale proprio e neppure abbiamo mai ricevuto (nonostante l’obbligatorietà dell’invio) copia del piano dei fabbisogni, dal quale si potesse evincere l’assunzione di nuovi dipendenti pubblici, così come non siamo mai stati informati dell’emanazione di un bando di concorso’.
Siccome dieci giorni prima le bibliotecarie in questione avevano denunciato una situazione di insicurezza per se stesse e per gli utenti dei locali dove lavoravano, e, dopo aver ripetutamente sollecitato l’Amministrazione Comunale a farlo, avevano chiamato loro i vigili del fuoco, collegare i due eventi e pensare ad un atteggiamento ritorsivo dell’Amministrazione Comunale non significa essere maligni, ma fare due più due. Tanto più che la precedente amministrazione e quella attuale, in ogni campo, dagli uffici tecnici ai servizi educativi, dal turismo alle politiche sociali, hanno promosso politiche non di internalizzazione, ma di esternalizzazione e di svuotamento delle risorse umane a disposizione diretta dell’Amministrazione Comunale.
La riprova, su cui verteva la nostra interpellanza, è che non solo l’internalizzazione e la digitalizzazione, per ora, non hanno avuto seguito, ma che si sono utilizzati gli operatori di un’altra cooperativa, Il piccolo principe, che ha un appalto per i servizi educativi e non per i servizi bibliotecari e archivistici ai fini del prestito bibliotecario.
E questa circostanza non viene negata, ma giustificata arrampicandosi sugli specchi, argomentando sulla necessità di sostituire i bibliotecari con personale educativo in situazioni di particolare degrado. Quindi è bene che i ponteaegolesi sappiano che, tra l’altro, l’Amministrazione considera Ponte a Egola e la biblioteca che vi ha sede come ‘situazioni di particolare degrado”.