Castelfranco Unita: “Sul museo di Orentano una sconfitta totale della linea politica della giunta”

Il gruppo di opposizione: “La proposta di spostamento all’ex ambulatorio Lotti denota tutta l’improvvisazione di questa maggioranza”
“Sulla vicenda del museo di Orentano, per il sindaco Mini e la sua giunta è una sconfitta totale della propria linea politica”. A dirlo è il gruppo di centrosinistra, Castelfranco Unita.
“Inizialmente intenzionato a chiuderlo e trasferire tutti i reperti a Castelfranco con una delibera di giunta che stabiliva la dismissione del museo – dice l’opposizione – dopo le numerose proteste dei cittadini delle frazioni, una petizione popolare e un’assemblea pubblica particolarmente partecipata, il sindaco ha ora dichiarato di essere aperto al dialogo. Di fronte alla forte pressione popolare, Mini e la sua giunta, in evidente difficoltà, sono stati costretti ad un passo indietro dichiarando quantomeno di essere disposti a valutare proposte alternative. Tuttavia, la retorica del dialogo, sbandierata nell’assemblea pubblica di lunedì scorso, si scontra con il rifiuto di convocare la commissione consiliare cultura per discutere di alternative, preferendo toni offensivi verso chi chiede trasparenza dimenticando che spetta alle istituzioni aprire canali di dialogo dimostrando capacità di ascolto. La proposta alternativa poi del sindaco Mini, avanzata ad inizio assemblea, di spostare il museo di Orentano nei locali comunali che ospitavano gli ex ambulatori di via Lotti e che attualmente sono occupati da alcune associazioni paesane come la Filarmonica L.Lotti, che sarebbero costrette a rinunciare alla propria sede, denota tutta l’improvvisazione di questa giunta che parla e prende decisioni senza una prospettiva e senza comprendere le conseguenze delle proprie scelte. La vicenda del museo ha messo in luce una profonda frattura tra l’amministrazione comunale e la comunità delle frazioni che chiede maggiore partecipazione e trasparenza nelle decisioni che riguardano il proprio territorio”.
“L’argomento cardine dell’amministrazione – la necessità di rispettare le direttive della Soprintendenza – suona come una scusa comoda – dice ancora il comunicato – Se è vero che il museo è chiuso dal 2020, è altrettanto vero che la precedente amministrazione aveva avviato nel 2022 l’acquisizione di Palazzo Ficini per riqualificarlo. Noi crediamo necessario lasciare il museo nella sede attuale cercando un accordo con il proprietario del fondo per gli adeguamenti degli impianti e allo stesso tempo lavorare per completare l’acquisizione di Palazzo Ficini, creando uno spazio polifunzionale con biblioteca, uffici e museo. Un progetto che unirebbe servizi e cultura, invece di depredare Orentano. Ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti e che il sindaco Mini e l’assessore alla cultura Nicola Sgueo convochino la commissione consiliare cultura e dimostrino la reale volontà di una collaborazione costruttiva. Per una volta dimostrino di saper ascoltare e di confrontarsi anche con chi non la pensa come loro”.
“La mobilitazione di Orentano ha trasformato la protesta in un atto d’amore collettivo – conclude la nota – Dietro ogni reperto c’è la storia di chi li ha scoperti, donati o custoditi. un museo chiuso non è un magazzino, ma un memoriale di 44 anni di comunità, un archivio di identità che l’amministrazione Mini ha ridotto a mero problema tecnico”.