Museo di Orentano, dall’assemblea emergono nuove ipotesi per il futuro. Il sindaco: “Le valuteremo”

Sul piatto l’ipotesi di utilizzare l’ex ambulatorio, l’ampliamento della palazzina comunale e l’apertura della mostra archeologica all’ex teatro: “Ma servono finanziamenti”
C’erano solo posti in piedi all’incontro tra l’amministrazione comunale di Castelfranco di Sotto e i cittadini di Orentano nella serata di ieri (27 gennaio) alla palazzina comunale.
L’incontro, organizzato dall’amministrazione comunale dopo le polemiche infuriate nelle settimane scorse a seguito del progetto di spostamento della mostra archeologica nel capoluogo castelfranchese, si è tenuto lunedì sera alla palazzina comunale della frazione su richiesta esplicita del Centro Commerciale Naturale, alla presenza anche del neonato comitato ‘Orentano 56020’.
Confronto serrato, nel quale sono emerse le tante perplessità dei residenti, decisi a non perdere la mostra, ed una giunta, sindaco compreso, che sul finire della serata si è presa due mesi di tempo per vagliare possibili alternative. “Quello che abbiamo trovato è un bilancio in sofferenza, in cui anche 10-20mila euro sulla spesa corrente fanno la differenza – ha detto il primo cittadino Fabio Mini – Lavorando a limitare le spese, utilizzando al massimo gli immobili comunali, abbiamo immediatamente lavorato sugli affitti recuperando circa 30mila euro all’anno da reinvestire e fra questi anche quello dello stabile privato che da quattro anni ospita la mostra archeologica”.
Un interesse ed un attaccamento alla mostra che, ha detto subito Mini “non è stato percepito in questi anni, fino ad ora” ma che “siamo pronti a rispettare se sarà possibile realizzare spostare il museo in un immobile già nella disponibilità del Comune e se questo sarà accettabile dalla Soprintendenza. La nostra disponibilità è totale, ma solo a queste condizioni”. L’ente, in pratica, ha posto le proprie condizioni, dando il via ad una serie di proposte che sono emerse tanto dall’amministrazione che da parte dei presenti. Fra queste, anche l’idea, lanciata dal sindaco, di valutare l’opzione di utilizzare un altro stabile comunale in via Lotti attualmente utilizzato da alcune associazioni, come Fratres e Filarmonica “se naturalmente acconsentiranno all’operazione”; ipotesi, questa, ipotizzata anche da alcuni cittadini ma vagliata di fatto sul campo l’altra sera, con il presidente della Filarmonica Marco Bottoni che ha lamentato come “una proposta simile” arrivi “all’improvviso, senza dare alle occupanti altre alternative e dopo anni in cui l’associazione si è sobbarcata a sue spese lavori e manutenzioni importanti”.
“Questa discussione andava posta prima di proporre lo spostamento a Castelfranco dei reperti”, ha fatto notare Gino Carmignani, presidente del Ccn. Mentre da parte di molti è stata lamentata la realtà di una frazione “da troppo tempo abbandonata”.
“Tenere qui il museo potrebbe essere un fondamentale motivo di rilancio per un comune che da tempo rischia di fare la fine del carciofo – ha commentato ironicamente Roberto Buoncristiani – Oggi si toglie qualcosa, domani qualcos’altro, finché non resterà che il gambo, cioè nulla”.
Altra proposta di alcuni presenti, sarebbe quella di valutare lo sfruttamento proprio della palazzina comunale, tramite anche un ampliamento del terreno posteriore di proprietà del Comune. Proposta alla quale qualcuno affiancherebbe anche una campagna di raccolta fondi da parte della cittadinanza. “La valuteremo – ha detto il sindaco – Ma è difficile dare una risposta oggi in merito alla possibilità di metterla in campo e al fatto che siano sostenibili i costi”.
Sul finire dell’assemblea, è arrivato anche l’intervento dell’ex sindaco Gabriele Toti. “Riconosco la legittimità della amministrazione di decidere: questo vuol dire anche ascoltare le voci di dissenso, e anche le raccolte di firme che si sono sviluppate. Credo che sarebbe stato meglio e anche rispettoso accogliere la proposta della minoranza consiliare di convocare una commissione per approfondire la situazione – ha detto l’ex primo cittadino. – Sfruttare l’ex ambulatorio in via Lotti credo significherebbe togliere uno spazio ad uso delle associazioni locali, in particolare la Filarmonica Lotti che svolge una attività importante con la scuola di musica. L’ampliamento della palazzina comunale richiede tempi lunghi. Io sono sempre convinto che l’unica soluzione sia quella di lasciare i reperti ad Orentano e rendere fruibile la struttura che ospita la mostra archeologica. Fare questo significa trovare un accordo con la proprietà dell’immobile dell’ex teatro, che ospita la mostra archeologica. Sono convinto che questa sia l’unica strada percorribile. La mostra archeologica rappresenta un pezzo di storia locale e il trasferimento dei reperti definitivo sancirebbe la chiusura definitiva. Per questo occorre lavorare per trovare soluzioni concrete avanzando le proprie proposte”.
Alla fine durante l’assemblea è stato deciso che l’amministrazione comunale avvierà le valutazioni tecniche sulle due ipotesi, le quali non possono prescindere al parere della Soprintendenza, perché rimane fermo il punto che il Comune può decidere dove mettere il museo, ma i reperti rimangono di proprietà dello Stato e quindi l’ultima parola spetta proprio all’ente preposto alla tutela per patrimonio storico artistico e archeologico. Sarà però necessario fare una nuova assemblea entro due mesi.
“Mi sembra – dice Mini – che l’assemblea si sia svolta in un clima di confronto propositivo e positivo. Mi ha fatto piacere ascoltare la voce dei cittadini e come si è visto sono emerse anche idee che valuteremo nella loro realizzazione pratica, come quella di ampliare la palazzina comunale. Certo è che si tratta di ipotesi onerose per il Comune e le casse non sono propri piene, ma nessuno la vuole scartare e per tanto cercheremo di capire se si tratta di ipotesi percorribili. Il confronto senza pregiudiziali è sempre proficuo per tutti. Noi ci siamo per trovare una soluzione, ma nel frattempo se dovessero emergere altre ipotesi, i cittadini ce le devono far sapere e anche queste, se percorribili saranno valutate tecnicamente. Sono ottimista che si possa trovare una soluzione al problema del museo”.