Non solo bipolarismo. Marcucci: “Azione e Italia Viva hanno fallito ma c’è spazio elettorale”

Dall’ex senatore l’idea del cantiere per un polo liberaldemocratico: “Per le regionali il programma elettorale sarà la nostra bussola”
Non solo provinciali all’orizzonte della politica locale regionale e nazionale. Il dibattito, in vista dei prossimi appuntamenti e dopo un’estate di riflessioni dall’esito delle elezioni europee, si concentra sulle alleanze presenti e future della politica italiana.
E mentre la tendenza sembra andare verso la polarizzazione c’è chi, invece, si smarca. È il caso di Andrea Marcucci, già senatore liberale e poi del Pd, uno dei fondatori di Libdem. Che sogna un futuro per un terzo polo centrista, che si riesca a smarcare dagli aggregatori del momento, Partito Democratico da una parte, Fratelli d’Italia dall’altra.
Lo abbiamo sentito per capire quali sono i progetti in cantiere del polo liberaldemocratico.
Mentre il dibattito si concentra sul campo largo o larghissimo del centrosinistra lei si è smarcato confermando che i Libdem non saranno della partita. C’è spazio davvero, in questo momento storico, per un terzo polo in Italia?
Non è cambiato nulla dalle elezioni politiche del 2o22, né tanto meno dalle recenti europee. C’è uno spazio elettorale tra il 6% e l’8% che si ostina a scegliere per un partito ‘terzo’, nonostante il pessimo spettacolo offerto da Azione ed Italia Viva. Se questi partiti hanno fallito, non vuol dire che non esiste neanche più quello spazio elettorale. Proporrò ai Libdem di costruire un fronte coerente con le nostre idee.
L’entusiasmo centrista è un po’ scemato per il risultato sotto le aspettative degli Stati Uniti di Europa. Si riparte da lì o è un progetto definitivamente archiviato?
Le battaglie politiche non si archiviano, non abbiamo cambiato riferimenti. C’è sempre più bisogno di un’Europa che torni protagonista. Guardi alla recente polemica sulle armi in Ucraina: inaudito che ognuno dei 27 paesi aderenti faccia un po’ come gli pare. In questo modo saremo schiacciati dai grandi attori globali. Sempre sull’Ucraina le posizioni del governo e quelle del Pd si assomigliano, noi pensiamo che quel paese martoriato abbia il sacro diritto a difendersi, in tutte le modalità.
Matteo Renzi sembra aver imboccato la strada dell’alleanza a sinistra, con l’incognita Movimento Cinque Stelle. Primo banco di prova la Liguria dove Orlando ha ricevuto l’imprimatur dei pentastellati. Voi da che parte starete ai prossimi appuntamenti elettorali?
A livello regionale, gli iscritti Libdem avranno completa libertà di muoversi. Escluse naturalmente alleanze con forze estreme, che siano sovraniste e populiste. Per quanto riguarda Genova, io continuo a pensare che Marco Bucci, sia un ottimo amministratore.
L’orizzonte, nemmeno troppo lontano, in Toscana è quello delle regionali. Sosterrete un secondo mandato Giani o avete in mente un’altra road map?
Il programma sarà la nostra bussola. E la Toscana ha bisogno di continuare un profondo ammodernamento delle proprie infrastrutture. Io mi auguro che il Pd regionale, e certi possibili alleati del campo largo, penso ad Avs e M5S, non mettano i bastoni tra le ruote. Come hanno fatto in questi anni.