Il Covid e la crisi del Distretto nel consiglio comunale di insediamento. L’ex assessore si è dimesso fotogallery

La "coesione delle frazioni" come obiettivo primario ma "nella nuova giunta manca Ponte a Egola". Le Opposizioni sottolineano anche la prevalenza di uomini

I giorni durissimi del Covid, ma anche la storia meno recente di San Miniato nel discorso d’insediamento del sindaco Simone Giglioli, della giunta e consiglio comunale al completo.

Così ha voluto cominciare il neo rieletto primo cittadino, ricordando i nomi di tutti i grandi sindaci che lo hanno preceduto “con la speranza di essere alla loro altezza” Simone Giglioli, dedicando un pensiero particolare ai “104 sanminiatesi che ci hanno lasciato nel quinquennio appena passato a causa del Covid” e fra questi “l’assessore Gianluca Bertini, che ci guarda da lassù”.

E’ iniziata così una legislatura che si apre all’insegna della continuità, senza eccessi polemici seppure nelle spesso distanti posizioni politiche esposte dai nuovi capogruppo Franca Torre (Partito Democratico), Paolo Vallini (centrodestra), Veronica Bagni (Filo Rosso), Lucio Gussetti (Vita Nova), Francesca Bruni (Fratelli d’Italia) e Pablo Taddei (Noi per San Miniato). Ad aprire le danze il nuovo presidente del consiglio comunale Matteo Betti. Confermato vicepresidente, per la minoranza, Michele Altini.

Al fatto che “un cittadino su tre ha deciso di restare a casa” ha fatto riferimento il sindaco nel suo discorso d’insediamento. Dovere, quello di “ricostruire fiducia nella politica” che secondo primo cittadino ha fatto qualche passo avanti anche nell’ultima campagna elettorale. “A differenza di cinque anni fa – ha detto –, dove l’ondata populista e antipolitica era ancora presente nel nostro Paese, questa volta ci siamo presentati ai nostri elettori samminiatesi con proposte politicamente più chiare, alcune di sinistra e altre di destra, senza lasciare spazi a terze vie qualunquiste e ambigue. E la coalizione che ho avuto l’onore di guidare non solo ha vinto il ballottaggio, ma è risultata maggioritaria anche in un primo turno dove, peraltro, le proposte e i candidati di sinistra hanno ottenuto complessivamente il 60% dei consensi. Un risultato che ribadisce la volontà della nostra gente di restare ancorata alle proprie radici popolari e antifasciste, ai valori di una comunità rinata nella Resistenza”.

Vari i temi specifici affrontati dal sindaco, riguardo alle problematiche del comune ed i progetti futuri: dalla “coesione delle frazioni” come obiettivo primario che “trova gambe solo se vengono curate sicurezza, strade ed edifici pubblici e viene promosso il tessuto associativo” alla “attenzione per il commercio” e “al mantenimento di servizi efficienti e accessibili” e la “difesa del settore industriale”. “E quindi emerge anche un grande tema urbanistico, con i nuovi strumenti di cui ci siamo dotati nella consiliatura appena conclusa: c’è il tema della rigenerazione urbana di Ponte a Egola, con lo spostamento delle concerie dismesse e di nuove realizzazioni come la Casa della salute e la nuova sede del Consorzio di Bonifica al posto del degradato Ospedaletto di via Giordano Bruno. C’è la volontà a incrementare – su altre frazioni – importanti aree per attività artigianali e di logistica, di cui il mercato sta facendo richiesta. C’è poi la questione del centro storico, dove il ‘modello San Miniato’ è apprezzato a livello regionale per il suo equilibrio tra residenzialità e proposta turistica ed eno gastronomica”.

Propositive ma critiche le opposizioni, che non hanno potuto non notare “l’assenza in giunta di rappresentanti di Ponte a Egola e per contro tre esponenti di San Miniato Basso” come fatto notare da Vallini e Gussetti. “Non vogliamo credere – ha detto il capogruppo del centrodestra – che sia una dimenticanza o una punizione per i riscontri elettorali”. Di questioni legate all’attualità hanno parlato il portavoce di Filo Rosso ed il rappresentante di Vita Nova. “Siamo qui per rappresentare quei valori di sinistra che il Pd non incarna più. Saremo vigili e intransigenti – ha detto Bagni –. Qui per rappresentare quella San Miniato inclusiva, solidale e sostenibile che non ravvediamo nel discorso inaugurale del sindaco, in una giunta dove le donne ancora sono minoranza e in una forza politica che ormai manca di respiro ideale e di una visione d’insieme per il futuro del comune, ma al contempo mette a casa i lavoratori delle biblioteche comunali, ai quali staremo vicini”.

“Pericoloso precedente quello delle biblioteche – lo definisce anche nel suo discorso Gussetti –. Perché non consente un lavoro sereno all’interno di uffici comunali nei quali non si può avere paura di rivendicare i propri diritti”. “Come pessimo segno è quello di non dare rappresentanza ad una frazione di 6mila abitanti come Ponte a Egola – ha continuato Gussetti –. O il non ascoltare le rimostranze di cittadini che a San Donato vogliono salvaguardare i campi dalle cementificazioni e non vedere le proprie case allagate”.

IL CONSIGLIO

Con la nomina dei cinque assessori entrano nuove facce in consiglio, dato l’obbligo, previsto nei comuni sopra i 15mila abitanti, di dimissioni per i consiglieri chiamati a far parte della giunta. Sono arrivate sul tavolo del sindaco, poi, le dimissioni dell’assessore uscente Loredano Arzilli. Sono quindi stati 5 i sostituti chiamati a infoltire le file del consiglio. Ecco quindi il consiglio comunale definitivo. Per il Partito Democratico siedono in consiglio Monica Nacci, Tommaso Pannocchia, Simone Baldi, Egle Cipollini, Rosanna Matteoli, Elena Marianelli, Franca Torre, Vincenzo Mastroianni e Matteo Betti. Sempre rimanendo nell’alveo della maggioranza, per la lista “Noi per San Miniato” entra Pablo Taddei.

Per il centrodestra, poi, entrano Michele Altini (Forza Italia), Francesca Bruni (FdI), Elia Brotini, Paolo Vallini. Per “Filo Rosso” entra Veronica Bagni. Per “Vita Nova” Lucio Gussetti. Dopo tanto tempo, capogruppo di maggioranza sarà Torre, una donna, autrice di un appassionato ricordo delle poche che l’hanno preceduta. “Penso a tante di quelle donne – ha detto nel suo discorso d’insediamento –, come Marinella Marinelli, Lia Bertini e Vanna Profeti che con la loro lungimiranza e in un momento storico in cui di donne in politica ce n’erano veramente poche, hanno fatto tanto. Se oggi il nostro comune ospita uno storico festival internazionale del teatro di figura o ha un sistema di asili nido che tutti ci invidiano, lo dobbiamo anche a loro”.

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