Filo Rosso: “San Donato non aveva bisogno di un ulteriore ampliamento”

Proposta "la creazione di una corposa zona di filtro costituita da alberature di alto fusto, da piantumarsi sul fianco nord della bretella del cuoio"

“La scelta di realizzare un ulteriore intervento edilizio di questa ampiezza e quindi di forte impatto ambientale, all’interno di un’area ancora integra, non porta nessun valore aggiunto alla comunità di San Miniato, ma anzi rischia di aggravare una situazione già critica dal punto di vista idraulico che potrebbe portare a situazioni negative, soprattutto, per i cittadini di San Donato”.

Secondo Veronica Bagni, candidata a sindaco di San Miniato per Filo Rosso, “La frazione di San Donato non aveva certo bisogno di un ulteriore ampliamento della zona destinata alla logistica già presente nell’area dell’Interporto. Essendo la frazione molto vicina alla zona industriale di Ponte a Egola, all’impianto di depurazione della Cuoiodepur ed alla strada di grande comunicazione FiPiLi, ma soprattutto trovandosi in area soggetta ad elevato rischio idraulico, la scelta dell’Amministrazione di San Miniato di sviluppare ulteriormente l’area destinata a logistica nella zona aperta posta tra la ferrovia e la bretella del cuoio è stata veramente infelice e forzata.

Il rischio idraulico è talmente alto che per sbloccare l’operatività dell’area così individuata, si è fatto appello alla realizzazione della cassa di espansione del bacino di Roffia ed alla costruzione del nuovo ponte di Ponte a Egola, per non parlare delle opere che sono state progettate per compensare ciò che viene costruito e pavimentato, una nuova struttura avente una superficie coperta di 30mila metri quadrati più piazzali e viabilità.

Tutto ciò è stato approvato in tutta fretta a dicembre 2023, prima che le previsioni urbanistiche decadessero per legge e senza aspettare l’adozione del nuovo Piano Strutturale, che poteva essere lo strumento più idoneo per valutare meglio ed approfondire tutta la questione, in particolare per ciò che riguardava gli aspetti positivi e negativi di tale scelta. Per noi di Filo Rosso questo ulteriore sviluppo di nuova edificazione non andava fatta in un territorio a vocazione agricola, fragile ad alto rischio idraulico come quello di San Donato.

Per non aggravare ulteriormente i rischi idraulici già presenti, visto che la zona destinata a logistica (e non solo) esisteva già nell’area dell’Interporto, che tra l’altro con l’ultima approvazione del piano di lottizzazione è stata incrementata la superficie edificabile di circa 11mila metri quadrati, doveva essere presa la decisione di compensare la frazione di San Donato con la creazione di una corposa zona di filtro costituita da alberature di alto fusto, da piantumarsi sul fianco nord della bretella del cuoio”.

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