Edilizia scolastica, Idee in Comune: “Chiudere le scuole non significa metterle in sicurezza”

Dal candidato sindaco Michael Cantarella gli esempi di San Romano, Capanne e Marti: "Così si prendono in giro i cittadini"

“Non possiamo lasciar correre su quanto dichiarato dall’attuale vicesindaca sulle scuole. Dire che l’amministrazione ha lavorato per metterle in sicurezza è un’offesa e una presa in giro per i cittadini”. Così Michael Cantarella, candidato sindaco della lista civica Idee in Comune a Montopoli risponde alle dichiarazioni rese dall’attuale vicesindaca.

“Capiamo – continua Cantarella – che a pochi giorni dalle elezioni la vicesindaca voglia prendersi meriti che non le spettano, ma stavolta ha superato ogni limite. Chiudere le scuole non significa metterle in sicurezza. Quello che ha fatto Vanni insieme al resto della giunta è stato chiudere un plesso dopo l’altro, senza nemmeno dare delle spiegazioni adeguate alle famiglie e ai ragazzi”:

Poi Cantarella incalza: “Andatelo a chiedere ai genitori di San Romano se si sentono sicuri a mandare i loro figli a scuola. O chiedetelo alle famiglie di Capanne, dove da un giorno all’altro l’edificio è stato chiuso senza un minimo di spiegazioni sulle cause che hanno portato a compiere questa scelta”.

Un capitolo a parte riguarda la scuola di Marti, chiusa da alcuni anni: “Sulla scuola di Marti – dice Cantarella – c’erano tante strade da poter perseguire, tutte tecnicamente valide. Nel 2021 l’amministrazione ha scelto di intervenire sul plesso con delle opere di ristrutturazione che sono costate più del doppio di una semplice messa in sicurezza. Se ci fosse stato un minimo di progettualità e di visione politica si sarebbe potuto già accantonare una parte di risorse da spendere per il polo unico, che oggi viene tanto sbandierato. La differenza rispetto a tre anni fa è che prima si potevano intercettare i fondi del Pnrr, oggi ormai, per responsabilità di questa amministrazione, Montopoli ha perso il treno che è passato una volta sola. Una buona amministrazione non si misura da quanto spende, ma da come spende e da come programma gli interventi”.

“È necessario che ci sia un cambio di passo – continua il leader di Idee in Comune -, con metodi nuovi e apertura al dialogo, alle competenze e alle possibilità che, oggi come ieri, ci sono. Un nuovo metodo che, a partire dalla scuola, va applicato su tutti i campi dell’amministrazione”.

Ancora Cantarella: “Abbiamo notato con piacere che i nostri avversari hanno riconosciuto la bontà del nostro progetto, del nostro orizzonte programmatico, che per primi abbiamo presentato ai cittadini. Dopo aver detto tutto e il contrario di tutto anche loro hanno riconosciuto che l’orizzonte politico verso cui Montopoli deve guardare è quello di uno sviluppo comprensoriale secondo parametri diversi rispetto a quelli di oggi. Da un lato politiche di sviluppo tipiche delle aree depresse, dall’altra politica industriale e sociale contemporanee”.

“Noi di Idee in Comune – conclude Cantarella – queste cose le diciamo da mesi, perché ci muove il sincero desiderio di cambiare le cose a Montopoli e perché abbiamo studiato a fondo il territorio che ogni giorno viviamo. Intorno a noi abbiamo famiglie, bambini, giovani e meno giovani che partecipano e mettono tutti qualcosa a disposizione. È la società civile, fatta di persone comuni, che si riconosce in noi e ci spinge ad andare avanti. Per questo nelle strade, tra le case noi abbiamo già vinto: perché diamo l’opportunità che tutti aspettavano da molti anni, quella di cambiare”.

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