Tavolo dei popoli, consigliere straniero, appello al voto in 3 lingue: i candidati guardano ai nuovi italiani

Il primo gennaio 2024 erano 3.443 le persone rappresentanza di oltre 50 nazionalità
Le elezioni amministrative 2024 a Santa Croce sull’Arno passeranno alla storia per essere quelle in cui da più parti l’elettorato di origine straniera è stato sollecitato per la partecipazione al voto.E i numeri in effetti giustificano l’interessamento, tanto del centrosinistra quanto del centrodestra. Elettoralmente parlando, le comunità più significative nel corpo elettorale del comune di Santa Croce sono quella albanese, quella marocchina e quella senegalese.
Una rappresentanza elettorale che corrisponde a nutrite comunità che hanno il diritto e il dovere di essere cittadini attivi, per portare all’attenzione degli organi amministrativi le loro istanze. In totale infatti le comunità di origine straniera residente a Santa Croce contano complessivamente, al primo gennaio 2024, 3.443 persone, un gruppo in cui sono rappresentate oltre 50 nazionalità.
Tornando ai gruppi più numerosi, i cittadini di origine senegalese sono 1.064, con gli uomini che sono circa il doppio delle donne, di questi hanno diritto al voto 243 persone che hanno ottenuto la cittadinanza italiana e hanno compiuto 18 anni di età.
In termini elettorali però gli albanesi sono il gruppo più numeroso. Complessivamente di poco inferiori ai senegalesi, la comunità conta 988 persone hanno però 405 elettori iscritti nelle liste e quindi cittadini italiani maggiorenni.
I marocchini sono la terza nazionalità per numero di membri residenti a Santa Croce, dove ne vivono 427, di questi sono elettori e quindi cittadini italiani maggiorenni 151 persone.
Complessivamente quindi queste tre comunità (marocchina, senegalese e albanese) rappresentano circa 800 elettori (799), circa un decimo del corpo elettorale totale, tanti voti da valere teoricamente tra uno e due seggi seggi in consiglio comunale.
Dati importanti in primo luogo in direzione di una piena integrazione, perché dimostrano che è in corso un percorso per portare ad essere cittadini italiani anche gli stranieri qui residenti in modo stabile, ma soprattutto perché la partecipazione al voto fa parte di un percorso di integrazione e ne rappresenta una tappa fondamentale.
Ovviamente questi numeri hanno sollecitato l’interessamento della due liste che presentano un candidato a sindaco quella di Mariangela Bucci e quella di Roberto Giannoni. Al centrosinistra hanno proposto un consigliere straniero aggiunto, mentre il centrodestra ha proposto la costituzione di un “tavolo dei popoli” dove poter portare le istanze delle comunità stranierei all’attenzione del consiglio comunale e degli amministratori. Ma non solo: ciascuno ha cercato di sollecitare il voto in vari modi, il sistema più originale però probabilmente è stato quello del consigliere comunale uscente Enzo Oliveri, conosciuto come Asma e ricandidato con la lista che sostiene Giannoni come sindaco. Oliveri ha fatto due post traducendo in albanese e in francese la propria proposta elettorale. Il post in francese si rivolge tanto ai senegalesi, quanto ai marocchini, entrambi i gruppi francofoni come seconda lingua, proveniendo dalle ex colonie francesi.
“Nel mio post ho spiegato – dice Oliveri – a questi cittadini, dopo averne incontrati alcuni, la mia proposta elettorale e quella della nostra lista. Ovviamente li ho invitati a votare per me, ma al di là della mera propagando, ho anche cercato di ricordare loro come si vota, che bisogna portare il documento di identità e la tessera elettorale, per poter accedere al seggio. Non ho fatto questi post solo per cercare voti nelle loro comunità, che sarebbe comunque legittimo, ma in primo luogo perché sono convinto che rappresentanze così numerose debbano avere la possibilità di votare serenamente e partecipare all’identificazione della muova amministrazione.
È un percorso di integrazione, che deve essere compiuto anche attraverso la partecipazione attiva alle scelte del territorio. Non possiamo pensare di integrare queste persone se non vanno a votare e non hanno un interlocuzione con l’amministrazione indipendentemente dal colore politico che voteranno o da chi vincerà. Ancor prima della propaganda personale per il voto, secondo me conta coinvolgerli nel momento elettorale, poi naturalmente se votano per me sono più contento. Ma è importante che vi partecipino a prescindere dalla scelta che faranno nella cabina elettorale”.
“L’idea – dice Oliveri – di tradurre il post in lingue a loro familiari o comunque native, mi è venuta perché mi sono accorto che spesso, soprattutto per la prima generazione di immigrati, la lingua rappresenta una barriera quasi invisibile, ma che ostacola la partecipazione civica e anzi tende a far rimanere le persone all’interno della loro comunità, senza interagire con quella più grande di Santa Croce. Questo crea disparità ed è pericoloso perché blocca il processo di integrazione. Così mi sono detto perché non provare a parlargli nella loro lingua? Credo che questa scelta venga prima della campagna elettorale, perché se loro partecipano alla vita pubblica e portano le loro istanze all’attenzione della collettività possiamo andare verso un pieno percorso di integrazione, abbattere barriere che altrimenti rischiano di rendere la convivenza a tratti difficile. E’ fondamentale che loro possano partecipare alle scelte per Santa Croce, perché ormai sono cittadini a pieno titolo e il numero dei votanti di origine straniera in futuro sarà sicuramente destinato ad aumentare. Questo – conclude Oliveri – è un percorso di integrazione vero, su altra strategie francamente sono un po’ più scettico, infatti ho cercato di raccontare loro la mia proposta elettorale, ma senza forzarli, l’obiettivo era in primo luogo farli partecipare al voto”.